Il 5 settembre si è insediato il nuovo Governo.
Tra i numerosi punti del Programma, concordato tra le forze politiche che lo sostengono, massima priorità viene assegnata agli interventi volti a potenziare le politiche per la messa in sicurezza del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico, l’efficientamento energetico degli edifici, la rigenerazione delle città e molte altri obiettivi (punto 9).
In attesa di esaminare la versione definitiva del Piano Nazionale Energia e Clima, che dovrà essere notificato alla Commissione europea entro la fine dell’anno, si riproporrà il tema degli incentivi, della loro stabilizzazione e del loro potenziamento, funzionale al conseguimento degli obiettivi del Piano.
Nella questione si innesta il pasticcio dello “sconto in fattura” che, presentato dal precedente Governo come un meccanismo capace di dare nuovo impulso alle attività di efficientamento, a causa di una improvvida formulazione non ha fatto altro che scatenare le proteste delle imprese installatrici di impianti e serramenti le quali, sentendosi giustamente minacciate dalla concorrenza dei big dell’energia, ne chiedono l’immediata abrogazione, con l’assenso più o meno esplicito di tutti i parlamentari che vengono investiti del problema.
Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione profonda degli edifici, l’impatto dello “sconto in fattura” è quasi del tutto irrilevante e la sua correzione potrebbe consistere nel limitarne l’applicazione a un ambito estraneo al segmento dell’installazione al dettaglio, eliminando in tal modo le giuste preoccupazioni delle PMI ma salvando al contempo la sua potenzialità di “stimolo selettivo”.
Molti altri aspetti del sistema degli incentivi, però, potrebbero essere migliorati al fine di incrementarne la coerenza e l’efficacia, ben più di quanto può fare, anche emendato dei suoi difetti, lo “sconto in fattura”:
- la fruizione degli incentivi per i soggetti attualmente esclusi, in conformità a una recente sentenza della Corte di Cassazione;
- la revisione della portabilità dei crediti d’imposta secondo criteri meno impedenti degli attuali;
- la rimodulazione dei massimali per gli edifici non residenziali, ora oltremodo penalizzati;
- l’eliminazione della concorrenza tra diversi incentivi, che genera confusione ed elusione di obblighi;
- l’ottimizzazione dell’efficacia del Fondo nazionale per l’efficienza energetica, oggi del tutto inadeguato;
- la definizione di modalità per superare la separazione degli interessi tra i proprietari e gli utenti degli edifici.
Occorre inoltre non limitare il discorso, come al solito, alla sola stabilizzazione che comunque deve essere sancita entro un orizzonte temporale compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione, pur con modalità che non incoraggino la tendenza al rinvio delle decisioni di intervento. Inoltro, sarebbe buona prassi mantenere l’impostazione del sistema basata su un criterio stimolante e non premiante, evitando di scivolare in errori come la fissazione di massimali di spesa inadeguati o soglie di accesso scoraggianti.
Allegato, il documento di approfondimento con le proposte di Rete IRENE indirizzate al nuovo Governo per ottimizzare il sistema degli incentivi.
Articolo realizzato da Virginio Trivella – Coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete IRENE