Il ghiacciaio Planpincieux a Courmayeur, il Calderone sul Gran Sasso sono le ultime vittime del riscaldamento globale, un disastro ambientale senza precedenti se non sarà immediato invertire la rotta.
Si può parlare di “vittime del riscaldamento globale”? Sì. Tra queste compaiono sicuramente i ghiacciai, italiani e non, che sono tra i più grandi perseguitati di questo periodo storico e di questo dramma ambientale. Ne avevamo già parlato in passato, con il glaciologo Riccardo Scotti, che ci aveva concesso un’intervista circa lo stato di salute dei ghiacciai presenti, in maniera estremamente ridotta e purtroppo ancora per poco, sui nostri territori.
I dati prevedono che i ghiacciai posti ad un’altezza inferiore di 3000 mt siano destinati a scomparire entro il 2030 – 2050: sono queste le previsioni degli esperti che oggi si trovano giorno dopo giorno di fronte ad una situazione sempre più drammatica rispetto al panorama glaciologico italiano.
È di questi giorni l’ordinanza da parte del comune di Courmayeur sulla chiusura della strada della Val Ferret per il rischio del crollo del ghiacciaio sul Monte Bianco. Una misura urgente resa necessaria dall’incremento della velocità di scivolamento del ghiacciaio Planpincieux, un potenziale pericolo corrispondente ad un volume di circa di 250.000 metri cubi.
Qualche settimana fa Rai News ha pubblicato un approfondimento sullo stato in cui versa l’ormai dimenticato e declassato ghiacciaio del Calderone, sul Gran Sasso.
Un tempo comprendeva quasi 70.000 metri quadrati di territorio dai 2600 ai 2900 m di quota. Oggi, al suo posto, vi sono rocce e detriti e una piccola quantità di ghiaccio destinata ad assottigliarsi sempre di più a causa delle incessanti estati calde e ad un innalzamento generale delle temperature. Qualche residuo di ghiaccio, là dove 100 anni fa circa vi erano stratificazioni di almeno 70m… come siamo potuti arrivare a questo?
Si tratta senza dubbio di una situazione che ci dovrebbe spingere a riflettere ancora di più sul problema del riscaldamento globale, fortunatamente ampiamente dibattuto in questi ultimi mesi, ma una tematica che purtroppo ancora spesso appare come un problema “altrui”, di ampia portata, al quale dovrebbero rispondere unicamente governi e grandi lobby.
Quello che vogliamo sottolineare è, in realtà, come il riscaldamento globale non sia totalmente slegato dalla quotidianità e dalla vita di ognuno di noi. Certo, occorrono azioni di grande respiro per poterlo combattere a tutto tondo, ma ogni cittadino e ogni città ha nelle sue maniche un asso da giocarsi. E quell’asso, a costo di sembrare ripetitivi, è proprio la riqualificazione energetica degli edifici.
In tanti territori, ma noi vogliamo concentrarci anche solo sull’Italia, c’è un patrimonio edilizio costituito da un rilevante numero di edifici ormai vetusti, energivori e quindi rei di immettere nell’atmosfera sostanziali quantità di emissioni nocive che vanno ad alterare il clima, oltre che ad inquinare l’aria che respiriamo.
Sono innumerevoli le ricerche che oggi dimostrano che la prima fonte di inquinamento atmosferico nelle più grandi città italiane è data da sistemi di riscaldamento domestico ormai datati che vanno ad inquinare l’aria che ci circonda e, di conseguenza, ad impattare il clima entrando a far parte delle tante cause del riscaldamento globale.
Oggi il nostro Paese, a livello nazionale e in alcuni casi regionale, ci fornisce tanti incentivi a favore della riqualificazione energetica degli edifici. Fondamentale è saperne beneficiare e sfruttarli a nostro favore e a beneficio di un obiettivo ben più ampio, quale può essere la lotta al riscaldamento globale.
Ecobonus, Cessione del credito fiscale e finanziamenti decennali devono essere elementi noti e definiti nella mente di ogni stakeholder della riqualificazione energetica: amministratori di condominio, condomini, progettisti, architetti, geometri e ingegneri. Dall’altro lato, le istituzioni potrebbero, e dovrebbero, spendersi ancor di più incrementando la sensibilizzazione nei confronti del cittadino verso un tema ancora troppo poco dibattuto e inusuale nella quotidianità del singolo.
Come mai l’importanza di eseguire interventi di riqualificazione energetica degli edifici a beneficio del clima e dell’ambiente, non viene dibattuta con la stessa enfasi dei rischi dati dall’inquinamento veicolare? Noi questo continueremo a chiederlo con forza finché non vedremo una decisa presa di posizione da parte delle istituzioni.