Lo aveva criticato fin dalla sua campagna elettorale datata 2016 e oggi quelle critiche sembrano essere andate oltre, divenendo realtà. Stiamo parlando di Donald Trump, degli USA e dell’annuncio riguardante l’uscita dall’accordo di Parigi. Un patto siglato nel 2015 durante il quale, come indicato dall’Unione Europea, “195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale. L’accordo definisce un piano d’azione globale, inteso a rimettere il mondo sulla buona strada per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC”.
Oggi che Trump ha ufficialmente dichiarato l’uscita degli USA dall’accordo di Parigi, cosa cambierà? Innanzitutto occorre precisare che l’uscita effettiva avverrà tra un anno (4.11.2020) e oggi c’è chi è convinto che nulla si fermerà considerando la crescita esponenziale avuta negli ultimi anni dall’industria delle energie rinnovabili e la sensibilità ormai acquisita dalla maggior parte delle persone, e governi, in materia climatica (Annie Leonard – Direttrice esecutiva di Greenpeace Usa) e chi invece vede l’uscita degli USA dall’accordo Parigi come un motivo di forte preoccupazione, Mitch Bernard – Presidente del Natural Resources Defense Council, ha infatti espresso la sua preoccupazione per questo gesto “grave e sconsiderato del quale ne pagheremo tutti il prezzo. Senza uno sforzo globale i cambiamenti climatici non verranno affrontati. Non succederà senza la leadership americana. Non accadrà fintanto che il secondo più grande inquinatore climatico del mondo si ribellerà all’impegno sul clima che ha preso con il resto del mondo”.
Dal nostro punto di vista è estremamente grave il fatto che una delle più grandi economie del mondo dimostri superficialità su un tema tanto importante quanto il cambiamento climatico.
Oggi siamo tutti a conoscenza (e anzi viviamo in prima persona) di ciò che questo fenomeno sta portando con sé, per citare solo alcune delle grandi conseguenze ricordiamo il disgelo dei ghiacciai, la riduzione delle foreste, i livelli di inquinamento nell’aria sempre più alti, specie animali e vegetali in via d’estinzione, senza contare poi tutte le conseguenze derivanti da tali meccanismi.
Nonostante la gravità dell’uscita degli USA dall’accordo di Parigi, riteniamo che tale azione non avrà eco su altri Paesi, in quanto ormai chiunque ha ben compreso l’importanza di impegnarsi a 360° per il futuro del nostro pianeta e delle generazioni future. Le dichiarazioni espresse dai vari leader politici mondiali sono di buon auspicio.
Da sottolineare, invece, è la data nella quale l’uscita degli USA dall’accordo di Parigi diventerà effettiva: il giorno successivo alle nuove elezioni americane. Potrà intervenire un cambiamento radicale nella politica USA?
Mentre gli americani preparano il ritiro, si rafforza la partnership tra la Francia e la Cina sul clima che comunicano l’intenzione di firmare in questi giorni un documento congiunto che sancisce l’irreversibilità dell’accordo di Parigi