L’Ing. Mirko Giuntini ci spiega come sarà il nuovo APE: la revisione dell’edificio di riferimento, il calcolo dei ponti termici e la nuova scala di classificazione energetica.
E’ in corso di promulgazione un Decreto correttivo del D.M. 26 Giugno 2015, meglio conosciuto come “Decreto Requisiti Minimi“ che è alla base della redazione di importanti documenti come la Relazione termotecnica ex L.10/91 e l’Attestato di Prestazione Energetica (APE). Si attendeva la pubblicazione del Decreto entro il mese di luglio, ma potrebbero esserci slittamenti a settembre – ottobre.
Il DM 26/06/2015 costituisce il decreto attuativo al DLgs 192/05 e alle sue modifiche occorse a seguito del recepimento delle Direttive Europee EPBD I, II, III quest’ultima recepita attraverso il D.Lgs. 10 giugno 2020, n.48.
Da più parti era emersa l’esigenza di aggiornare ulteriormente il DM 26/06/2015 per modificare alcune verifiche piuttosto complesse da effettuare e per recepire le numerose FAQ che negli anni sono giunte al MISE e all’ENEA, nonché per dare piena attuazione al DLgs 48/2020.
Il nuovo Decreto Requisiti Minimi in fase di pubblicazione andrà a modificare sostanzialmente sia la Relazione ex L. 10/91 sia l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) poiché interviene sulle caratteristiche dell’edificio di riferimento, alla base del calcolo energetico nazionale (basato anche sulle norme UNI TS 11300).
Vediamo quindi quali saranno le principali novità che andranno ad aggiornare le Linee Guida APE (Attestato di Prestazione Energetica) – allegato 1 al DM 26/06/2015. In sintesi, le principali modifiche saranno le seguenti:
- La revisione dell’edificio di riferimento e di alcuni parametri ad esso associati;
- La modifica del calcolo dei ponti termici;
- La nuova scala di classificazione energetica.
EDIFICIO DI RIFERIMENTO
Prima di parlare delle modifiche che saranno introdotte dal nuovo Decreto vediamo che cos’è l’edificio di riferimento. Esso è così definito nell’Appendice A dell’Allegato 1 al DM 26.6.2015: Con edificio di riferimento o target si intende un edificio identico in termini di geometria (sagoma, volumi, superficie calpestabile, superfici degli elementi costruttivi e dei componenti), orientamento, ubicazione territoriale, destinazione d’uso e situazione al contorno e avente caratteristiche termiche e parametri energetici predeterminati conformemente alla presente Appendice all’Allegato 1.
Con edificio di riferimento si intende quindi un edificio avente un fabbricato di riferimento e degli impianti tecnici di riferimento.
In parole povere, l’edificio di riferimento rappresenta una sorta di “avatar virtuoso” dotato di involucro e impiantistica prestazionali, per il quale viene calcolato l’indice EP gl,nren,rif,standard. Dal confronto di questo indice con quello relativo all’edificio reale EP gl, nren si determina la classe energetica dell’edificio reale secondo la seguente tabella:
Una volta chiarito cosa sia l’edificio di riferimento, vediamo quali sono gli importanti cambiamenti che il nuovo Decreto introdurrà per questo modello ideale alla base del calcolo energetico.
Prima di tutto saranno aggiornati i parametri relativi all’efficienza dell’involucro e degli impianti, introducendo miglioramenti nelle prestazioni di questi componenti. Di conseguenza cambierà la scala di assegnazione della classe energetica: per arrivare a classi energetiche più elevate occorrerà che l’edificio sia dotato di standard di efficienza più alti di quelli attuali. Nel nuovo Decreto è infatti previsto il cambiamento dei coefficienti numerici previsti nella tabella sopra riportata – attualmente in vigore – in modo da allineare ulteriormente la scala di rappresentazione con il reale comportamento energetico dell’edificio. Ovviamente la nuova scala di classificazione servirà a stimolare l’adozione di tecnologie e strategie più efficienti per raggiungere le classi energetiche più performanti, dato che sarà più difficile raggiungerle se non attraverso interventi efficaci di efficientamento energetico, che mirino al miglioramento delle prestazioni dell’involucro e non solo a quelle degli impianti.
Una volta chiarito cosa sia l’edificio di riferimento, vediamo quali sono gli importanti cambiamenti che il nuovo Decreto introdurrà per questo modello ideale alla base del calcolo energetico.
NUOVO APE: COSA CAMBIA NELL’EDIFICIO DI RIFERIMENTO
Prima di tutto saranno aggiornati i parametri relativi all’efficienza dell’involucro e degli impianti, introducendo miglioramenti nelle prestazioni di questi componenti. Di conseguenza cambierà la scala di assegnazione della classe energetica: per arrivare a classi energetiche più elevate occorrerà che l’edificio sia dotato di standard di efficienza più alti di quelli attuali. Nel nuovo Decreto è infatti previsto il cambiamento dei coefficienti numerici previsti nella tabella sopra riportata – attualmente in vigore – in modo da allineare ulteriormente la scala di rappresentazione con il reale comportamento energetico dell’edificio. Ovviamente la nuova scala di classificazione servirà a stimolare l’adozione di tecnologie e strategie più efficienti per raggiungere le classi energetiche più performanti, dato che sarà più difficile raggiungerle se non attraverso interventi efficaci di efficientamento energetico, che mirino al miglioramento delle prestazioni dell’involucro e non solo a quelle degli impianti.
L’edificio di riferimento sarà inoltre dotato di ponti termici, mentre nel modello di calcolo attuale essi sono presenti solo sull’edificio reale.
Sappiamo che un ponte termico è una particolare zona dell’involucro edilizio nella quale il flusso termico subisce una perturbazione tale da far aumentare localmente le dispersioni per trasmissione. Il ponte termico può verificarsi per ragioni geometriche (si pensi all’angolo tra due pareti esterne) o per ragioni di disomogeneità di materiali presenti nella stratigrafia (es. un pilastro in cemento armato che interrompe un tamponamento in laterizio). Poiché in prossimità dei ponti termici c’è maggiore dispersione e quindi una temperatura minore rispetto alle zone adiacenti dell’involucro, è possibile che in queste zone si formino muffe e condense, che possono provocare insalubrità dell’aria e il formarsi di patologie respiratorie.
I PONTI TERMICI NEL NUOVO APE
Allo scopo di dare un maggior peso alla problematica dei ponti termici, anche per stimolare i tecnici progettisti alla loro risoluzione diminuendone o annullandone gli effetti con particolari tecniche di correzione (magari attraverso lo studio dei nodi costruttivi con software di modellazione dei ponti termici agli elementi finiti) l’edificio di riferimento previsto dal nuovo Decreto sarà dotato dei seguenti ponti termici:
- Parete – Infisso
- Parete – cassonetto
- Parete – solaio – balcone.
I ponti termici saranno tabellati sia con una trasmittanza lineica a filo interno (Ψint) o a filo esterno (Ψest), sia in base alla zona climatica (A+B, C, D, E ,F).
L’edificio reale potrà avere ulteriori ponti termici rispetto a quelli che saranno inseriti dal nuovo Decreto nell’edificio di riferimento, ma l’aver introdotto questa innovazione garantirà un calcolo più accurato e una maggior aderenza tra i due modelli di calcolo (reale e di riferimento) previsti dalla norma.
QUALI SARANNO GLI IMPATTI DI QUESTO NUOVO APE SUL MERCATO IMMOBILIARE?
C’è da dire che per i tecnici e gli operatori del mercato immobiliare questo nuovo Decreto è giunto un po’ di sorpresa. Ci si aspettava infatti che il modello di calcolo dell’APE – specialmente in questo particolare periodo “post 110”- rimanesse inalterato almeno fino al recepimento da parte dell’Italia della Direttiva Europea EPBD IV (la cosiddetta “Direttiva Case Green”). Vedremo come il nuovo APE sarà accolto dal mercato, ma intanto possiamo prevedere una diminuzione della classe energetica di alcuni edifici se calcolata con le nuove regole, proprio in virtù dei cambiamenti apportati all’edificio di riferimento. Per esempio, se oggi un edificio si trova in classe energetica D, con il nuovo calcolo potrebbe trovarsi in classe energetica E, e questo potrebbe stimolare i proprietari a effettuare interventi di efficientamento energetico per migliorarne le prestazioni (e la classe energetica).
Va da sé che il mercato immobiliare è sempre più orientato verso la valorizzazione di immobili efficienti, in classi energetiche alte. Se fino a pochi anni fa le prestazioni energetiche degli edifici non erano molto considerate dai consumatori, che preferivano scegliere in base ad altri parametri (posizione, presenza di servizi, ecc.) adesso i consumi energetici iniziano ad avere un peso sempre maggiore nella scelta di una casa o di un immobile in genere, e questa tendenza sarà sempre più accentuata negli anni a venire. Un sistema di certificazione energetica efficace e trasparente può essere d’aiuto nelle scelte da parte dei consumatori, così come avviene con gli elettrodomestici e con il mercato dell’auto.
Laureato in Ingegneria Edile, è Consulente Energetico e Docente CasaClima, Esperto in Gestione dell’Energia (EGE) UNI 11339 ed Esperto in Edilizia Sostenibile (EES) UNI EN ISO 17024. Ha ottenuto nel 2014 due Cubi d’Oro ai CasaClima Awards e nel 2016 il primo certificato CasaClima School per la Nuova Scuola Primaria di Fornacette (PI), edificio premiato con vari riconoscimenti. Svolge attività professionale per committenza pubblica e privata e docenze in eventi formativi promossi da Ordini professionali ed agenzie formative a carattere nazionale. Ha pubblicato due libri per Maggioli Editore.
Grazie all’Ing. Mirko Giuntini per il suo contributo e per il suo impegno per un’edilizia sostenibile