Bari, Firenze, Milano, Bologna, Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo, Modena, Torino, Grosseto, Mantova, Brescia, Andria, Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Salerno, Messina, Prato, Roma e Cagliari sono le 24 città protagoniste dei protocolli d’intesa relativi al Piano di rilancio delle periferie degradate siglati ieri a Palazzo Chigi.
2,1 miliardi di euro per riqualificare: musica per le orecchie di Rete IRENE e di tutti gli attori che quotidianamente scendono in campo per diffondere la cultura della riqualificazione energetica. Un passo avanti che dimostra l’interesse condiviso nel fare realmente del bene per il nostro Paese e per il contesto urbano e ambientale in cui ognuno di noi vive.
Per ora sono stati sbloccati 500 milioni di euro finalizzati all’attuazione del piano e, secondo quanto stabilito, dopo la registrazione dei protocolli da parte della Corte dei Conti le amministrazioni comunali coinvolte dal piano avranno 60 giorni di tempo per presentare i progetti definitivi, ulteriori 60 giorni per la parte esecutiva, per poi avviare i lavori.
Questa prima somma sbloccata servirà a finanziare parzialmente alcuni progetti di riqualificazione delle periferie degradate e verranno successivamente incrementati con un ulteriore miliardo e seicento milioni di euro inseriti nella legge di stabilità del 2017. I primi 24 progetti approvati e risultati “tra i migliori di tutti quelli classificati” contemplano la realizzazione di impianti sportivi, piazze, spazi di verde urbano, piste ciclabili, housing sociale e opere per connettere le aree più marginali con i centri cittadini. In aggiunta a questa prima tranche, ve ne sono altri 95, per un totale di 120 interventi, per i quali verranno stanziati ulteriori fondi presi dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e dal fondo per le infrastrutture, ai quali verranno poi aggiunti fondi pubblici e privati per un totale complessivo di 3,9 miliardi.
“Lo stanziamento previsto dal Governo è sicuramente positivo e rientra perfettamente nell’ottica di una riqualificazione totale delle nostre città. Se è vero che vi sono situazioni di assoluto degrado abitativo per le quali l’intervento pubblico è indispensabile, è altresì vero che l’adeguamento qualitativo ed energetico del nostro obsoleto patrimonio immobiliare deve trovare la giusta attenzione, la necessaria spinta culturale, la propensione all’investimento privato. La riqualificazione degli edifici, ma più in generale del contesto urbano, è una grande opportunità per migliorare qualitativamente il nostro modo di abitare, creare ricchezza e nuovi posti di lavoro; la competitività e la crescita del Paese passano anche da questo” – ha dichiarato Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene.