Ci risiamo: sui giornali e portali di questi giorni si è tornato a parlare di polveri sottili, smog e inquinamento. Sì perché l’Italia, e altri 8 Paesi dell’UE, hanno ricevuto un ultimatum da Bruxelles per presentare, entro la settimana prossima, un piano con misure adeguate per far fronte al mancato rispetto dei ripetuti richiami comunitari sugli sforamenti dei limiti massimi di inquinamento dell’aria, pena: il rinvio davanti alla Corte europea di giustizia di Lussemburgo con l’erogazione di pesanti sanzioni. Una situazione che si ripete ormai ogni anno e sulla quale Rete IRENE più volte ha espresso esprimere la sua opinione.
Torino e Milano risultano tra le 130 città europee con livelli di smog ad alto rischio per la salute. Ma da dove proviene l’inquinamento che colpisce le nostre città?
Secondo i dati dell’inventario INEMAR sulle emissioni, dai camini degli edifici nella città di Milano vengono rilasciati il 47% delle emissioni stagionali di polveri sottili ed il 33% degli ossidi d’azoto. Ma la Commissione europea ha comunicato altri dati allarmanti in tema di salute: a causa dell’eccessivo inquinamento atmosferico si registrano circa 400mila morti premature all’anno in Europa e ancora più alte sono le cifre riferite alle malattie respiratorie e cardiovascolari.
Alla luce di questi numeri è incomprensibile come non ci sia ancora una consapevolezza diffusa sulla necessità di interventi di carattere strutturale e duraturo, non di provvedimenti tampone dall’effimera efficacia.
Abitiamo e lavoriamo in città caratterizzate da edifici ormai vetusti ed energivori, che potrebbero essere riqualificati con relativa facilità se ogni cittadino fosse consapevole dei plus dati da interventi di questo tipo tra i quali, primo fra tutti, l’abbattimento dei consumi energetici e quindi delle emissioni in ambiente; interventi, inoltre, favoriti dalle importanti agevolazioni a livello fiscale che lo Stato sta garantendo.
Rete IRENE insiste nel sottolineare come la riqualificazione energetica possa rappresentare un grandissimo aiuto per contrastare nel lungo periodo questi fenomeni: “Non sfruttare i mezzi che già si hanno a disposizione per far fronte a questa evidenza è impensabile per chi come noi si impegna quotidianamente nel sensibilizzare addetti ai lavori, cittadini e istituzioni sull’importanza di tali interventi. Non dimentichiamoci che riqualificare le proprie case significa risparmio, benessere e riduzione dell’impatto ambientale” – ha dichiarato Manuel Castoldi, Presidente di Rete IRENE.
L’isolamento degli edifici e l’impiego di tecnologie impiantistiche efficienti possono consentire di dimezzare queste emissioni nell’arco di un decennio ed ancor meno se coniugate all’uso di fonti rinnovabili, ma occorre sensibilizzare e mobilitare proprietari di case e amministratori di condomini, senza dimenticare il forte contributo che può essere dato dagli i nterventi sull’edilizia pubblica. Fondamentale, inoltre, è una forte discesa in campo delle istituzioni e degli istituti di credito, per attivare e favorire la necessaria mole di investimenti ed un più agevole accesso a finanziamenti ed incentivi.
Oggi per i nuovi edifici c’è l’obbligo di costruire a emissioni quasi zero, ma è sul resto dell’obsoleto patrimonio edilizio, percentualmente prevalente, che occorre fare investimenti per tagliare drasticamente i consumi e, con essi, tanto l’inquinamento dell’aria, quanto i costi per le bollette energetiche delle famiglie.
A tal proposito la strada da percorrere è certamente quella della riqualificazione energetica integrata, che riguarda l’intera struttura dell’edificio, con l’isolamento dell’involucro esterno e la riqualificazione degli impianti, interventi che inoltre contribuiscono ad una valorizzazione estetica e patrimoniale dell’immobile stesso.