Quanto più vetusto e inefficiente dal punto di vista energetico è un condominio, tanto maggiore sarà la convenienza economica nella riqualificazione energetica dell’edificio, questo è il significato del principio tanto peggio tanto meglio.
Come si vive, in un condominio edificato tra il 1950 e 1980 e soprattutto qual’è lo stato di conservazione di questi edifici? Quali e quante sono le spese di manutenzione che un proprietario deve affrontare continuamente per preservare dal deterioramento il proprio condominio?
Parliamo di quegli edifici costruiti nel periodo della ripresa economica, delle grandi migrazioni sud/nord, prima della crisi del petrolio e della prima legge (373/76) volta al contenimento dei consumi energetici, condomini colabrodo, caratterizzati da enormi dispersioni che producono inquinamento atmosferico con costi di gestione elevati che incidono in modo pesante sulle tasche dei proprietari.
Ma ecco la buona notizia: intervenire su questi edifici altamente energivori, riqualificandoli, permette di ottenere i migliori risultati prestazionali (tanto peggio tanto meglio, appunto). Con interventi coordinati di riqualificazione energetica sulla parte edile e su quella impiantistica si opera un investimento che sostituisce e supera le usuali spese di manutenzione straordinaria con risultati che portano risparmio e rivalutazione della propria abitazione.
TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO
Infatti, peggiore è la condizione energetica di un edificio, maggiore sarà la convenienza economica dell’intervento di riqualificazione.
Trasmittanza media U (comprensiva dei ponti termici calcolati puntualmente) che varia tra valori di 1,6 W/m2K (camera d’aria vuota) e 1,2 W/m2K
Trasmittanza media U (comprensiva dei ponti termici calcolati puntualmente) di circa 1,5 W/m2K
L’intervento di riqualificazione energetica porta per il proprietario una riduzione dei costi energetici, una riqualificazione dal punto di vista abitativo, una rivalutazione dell’immobile, migliori condizioni di comfort ambientale. Insomma vantaggio economico e benessere.
IL PRINCIPIO TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO SULLA COMPONENTE EDILE
Vediamo l’esempio di due edifici con due diverse tipologie costruttive tipiche degli anni ‘70 e alcuni dati che aiutano a comprendere cosa significa riqualificarli energeticamente.
Considerando che la legislazione attualmente in vigore prevede, per le nuove costruzioni e in tutti i casi in cui si interviene con recupero energetico, una trasmittanza media U pari a 0,28 W/m2K parliamo di dispersione termica con valori di oltre CINQUE volte superiori al limite massimo di dispersione ammissibile.
E’ talmente alta la dispersione che con interventi coordinati edificio-impianto, si eliminano i ponti termici e l’inefficienza impiantistica, con la possibilità di ridurre del 50% il fabbisogno energetico. Una riduzione così rilevante significa dimezzare i costi delle bollette energetiche, con conseguente diminuzione di emissioni inquinanti in atmosfera.
Per dare alcune indicazioni di massima, se su un edificio che presenta una superficie verticale opaca (67% della S.D.L. ) con trasmittanza media U = 1,5 W/mq°K – aperture finestrate (15% della S.D.L ) con U = 3,3 W/mq°K e copertura + primo solaio (18% della S.D.L. ) con U = 1,2 W/mq°K, si interviene adeguando solo la superficie verticale opaca ai valori previsti dai requisiti minimi, si otterrebbe un valore di risparmio energetico che si attesta attorno al 46% che rappresenta un risultato eccellente.
LE POSSIBILE SOLUZIONI PER COIBENTARE UN EDIFICIO
Per isolare l’involucro edilizio, la più comune prassi di intervento prevede la soluzione con sistema esterno a cappotto, in modo da risolvere anche i ponti termici che rappresentano uno dei punti maggiormente critici per le dispersioni e gli ammaloramenti. Il cappotto termico è un sistema di isolamento che si applica direttamente sulle facciate, all’esterno, senza intervenire all’interno delle unità abitative. E’ una soluzione costituita da un pannello di materiale isolante di varia natura, sintetica come il polistirene oppure naturale come la lana di legno, che viene applicata alla parete di supporto mediante incollaggio e tassellatura. Ogni materiale ha le sue caratteristiche di conduttività, maggiore è la capacità isolante di un materiale minore è lo spessore del pannello isolante necessario per raggiungere i requisiti limite di prestazione energetica
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IL PRINCIPIO TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO SULLA COMPONENTE IMPIANTISTICA
Parliamo sempre di interventi coordinati, perché oltre alla facciata è fondamentale analizzare lo stato di efficienza e conservazione degli impianti, in ugual misura responsabili dell’efficienza energetica di un edificio, e dai quali si può ottenere ampi margini di risparmio.
Vediamo alcune problematiche presenti di frequente negli impianti termici condominiali:
- il generatore di calore è datato e di vecchia concezione quindi sicuramente inefficiente;
- il generatore di calore potrebbe essere di potenza sovrabbondante rispetto alle reali necessità del condominio, ciò comporta bassi rendimenti di produzione del calore e conseguenti sprechi di combustibile;
- problemi di circolazione dell’acqua dovuti a carente equilibratura idraulica dei circuiti di distribuzione, alla continua formazione di aria nei caloriferi e alla formazione di fanghi e calcare che intasano i circuiti;
- mancanza di un efficace sistema di trattamento dell’acqua che alimenta la caldaia;
- un efficiente sistema di regolazione e controllo degli impianti di centrale;
- inadeguatezza dei sistemi delle pompe di circolazione con conseguente eccessivo assorbimento elettrico;
- una cattiva distribuzione idraulica dell’impianto interno dell’edificio;
- inadeguato isolamento termico delle tubazioni e degli apparecchi di centrale;
- sistemi di produzione dell’acqua calda sanitaria con scarso rendimento energetico per tipologia, dimensione o difetti di manutenzione.
E’ inoltre importante verificare che l’impianto di riscaldamento sia adeguato a quanto prescritto dalle normative nazionali e regionali per quanto riguarda:
- sistemi di termoregolazione ambiente e contabilizzazione individuale del calore;
- rendimenti minimi prescritti dalla Regione Lombardia in materia di risparmio energetico;
- la rete idrica di carico dell’impianto di riscaldamento e di alimentazione del sistema di produzione acqua calda sanitaria, deve essere dotata di un sistema di trattamento acqua conforme alla normativa UNI CTI 8065;
- idoneo sistema di evaquazione fumi
Un’adeguata riqualificazione impiantistica, coordinata ed in armonia con l’intervento di contenimento delle dispersioni termiche realizzato sull’involucro, consente di contenere i costi di adeguamento e di conseguire importanti risparmi sulle bollette energetiche.
Di notevole importanza sono la gestione, la conduzione e la manutenzione degli impianti, elementi troppo spesso trascurati o non tenuti nella necessaria considerazione.
Risanare un edificio vetusto ottenendo un nuovo e più efficiente condominio è un dato di fatto: tanto peggio tanto meglio non è solo uno slogan, ma una reale opportunità che si presenta al condomino.
Basta con i costi fissi dovuti ad una continua manutenzione, non si parla più di spese ma di un vero è proprio investimento, con un unico intervento coordinato che può beneficiare di importanti detrazioni fiscali e della cessione del credito d’imposta maturato.
Passare da una classe G ad una C, con conseguente aumento di valore patrimoniale dell’immobile, è possibile e realistico, ma bisogna seguire un iter consolidato che si basa su un’accurata diagnosi energetica, un progetto che costituisce la migliore soluzione tecnologica, una corretta esecuzione di tutte le fasi dei lavori da parte di un’impresa qualificata e referenziata, il tutto corredato da una garanzia dei risultati attesi.