ACCENSIONE DEGLI IMPIANTI TERMICI POSTICIPATA A MILANO

accensione degli impianti

Nonostante lunedì 15 ottobre sia scattato ufficialmente l’inizio della stagione termica invernale, sono pochi i condomini che hanno provveduto all’ accensione degli impianti di riscaldamento. In molti, in città, hanno deciso di non accendere gli impianti; altri hanno scelto il regime ridotto, corrispondente alle 7 ore giornaliere di riscaldamento, rispetto alle 14 previste dal “D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412” per la Zona climatica E dove ricade la città di Milano.

Lo stesso Sindaco Giuseppe Sala, ha deciso di posticipare l’ accensione degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici e scuole di Milano, invitando tutti cittadini ed amministratori a seguire questo esempio. La causa è dovuta al caldo anomalo che sta caratterizzando questo nostro autunno, con temperature ben al disopra della media stagionale.

Sicuramente il posticipo dell’ accensione degli impianti termici è una misura che contribuisce a mitigare la produzione di ulteriori sostanze nocive immesse nell’aria che respiriamo, con un beneficio a breve termine, ma è necessario varare programmi strategici più strutturati sul lungo termine, con azioni che mirino a risolvere l’inquinamento atmosferico riducendolo in modo permanente.

Attualmente è in vigore un accordo interregionale che ha aggiornato il piano degli interventi per il miglioramento della qualità dell’aria (PRIA). Proprio sul tema della accensione degli impianti di riscaldamento, è importante ricordare il divieto di nuova installazione di generatori di calore alimentati da biomassa legnosa con prestazioni emissive inferiori a due stelle e il divieto di accensione di fuochi all’aperto (sfalci, stoppie, barbeque). Purtroppo quest’ultimo provvedimento, è stato reso per ora vano da incendi di dimensioni importanti (quasi certamente di origine dolosa) in due depositi rifiuti in prossimità dei quartieri abitati, uno in particolare in Bovisasca dove lo sviluppo di fumo e odore acre ha reso l’aria irrespirabile per tre giorni, costringendo i cittadini a non aprire le finestre.

L’accordo interregionale dimostra una volontà a voler mitigare le emissioni nocive nell’aria ma non prevede azioni concrete di più largo spettro, maggiormente strutturate sul territorio, in proporzione con l’aumento dell’inquinamento atmosferico conclamato.

I dati sui mutamenti climatici in corso sono sempre più preoccupanti e testimoniano cambiamenti sempre più repentini. A lanciare l’ultimo allarme sono gli esperti del clima delle Nazioni Unite, riuniti in Corea del Sud nell’Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change. I dati raccolti testimoniano che l’incremento delle temperature è in continuo aumento e, se il trend prosegue di questo passo, la Terra arriverà a +1,5° intorno al 2030, per viaggiare poi veloce verso +2° e oltre. Questo innalzamento così repentino comporta scenari catastrofici che si posso evitare tagliando drasticamente le emissioni antropiche di CO2.

E’ chiaro che è inderogabile una politica strategica di larga scala che pianifichi azioni globali valutando gli interessi comuni e non dei singoli. Come più volte ribadito è necessaria una transizione verso energia rinnovabili limitando l’utilizzo di combustibili fossili, ma oltre questa misura alla quale si auspica, è urgente utilizzare tutte le soluzioni tecnologiche per preservare il patrimonio biologico esistente.

Guardando direttamente alle politiche adottate in Italia, i provvedimenti di tipo “proibizionista” hanno dimostrato di avere una ricaduta diretta e immediata, ma limitata e sul breve termine, soprattutto condizionando le risorse personali dei cittadini direttamente coinvolti (vedi stop ai diesel).

Una delle misure che riteniamo fondamentale è quella di programmare interventi di Riqualificazione Energetica degli edifici esistenti poichè le emissioni inquinanti provocate dagli impianti di riscaldamento rappresentano oltre il 40% del totale degli elementi nocivi diffusi nell’aria.

A Milano oltre il 70% delle case dotate di certificazione energetica ricade nelle classi energetiche G ed F, le peggiori dal punto di vista del consumo medio annuo espresso in Kwh/ mq a.

Nel comune di Milano, ogni anno un appartamento emette in media oltre 40 kg di anidride carbonica per ciascun metro quadro di superficie. Questo vuol dire che un appartamento di 100 mq comporta l’emissione di 4030 kg annui di anidride carbonica, pari a un’auto che percorre circa 33mila chilometri!

Stiamo parlando di una vera e propria azione strategica da intraprendere a livello di città metropolitana e di Regione con la possibilità di abbattere di oltre il 40% le emissioni in ambiente, che porterebbe benefici maggiori rispetto a qualsiasi limitazione del traffico.

Inoltre con le opportunità offerte dalle detrazioni fiscali come l’Ecobonus con la possibilità di cedere il credito d’imposta maturato, i costi che dovrebbero essere in capo al cittadino vengono sostenuti per la maggior parte dagli incentivi statali.

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