ARIA INQUINATA: LA SOLUZIONE É LA RIDUZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO

ARIA INQUINATA

L’annosa questione dell’aria inquinata in Pianura Padana torna a proporsi urgente nel momento più freddo dell’anno. Finalmente, grazie ai bonus fiscali per l’edilizia, si apre una irripetibile finestra di opportunità per la riqualificazione energetica degli edifici: soluzione chiave per ridurre drasticamente le emissioni stagionali.

Sul grande tema dell’aria inquinata si è tornati a parlare negli ultimi giorni, grazie ad uno studio pubblicato sul The Lancet Planetary Health.

  • In Europa, circa l’84% della popolazione respira aria inquinata essendo esposta a livelli elevati di PM2.5 e NO2, oltre la soglia consigliata dall’OMS.
  • In Europa sono oltre 50.000 le morti premature che potrebbero essere prevenute annualmente se si prestasse maggiore attenzione al contenimento dei livelli di PM2.5 e NO2.
  • Quasi il 40% delle prime 100 città che in Europa registrano alti tassi di esposizione al PM2.5 è “made in Italy”.

La ricerca mirata ad un’analisi sulla correlazione tra morti premature e aria inquinata si basa su dati raccolti dal Barcelona Institute for Global Health, dallo Swiss Tropical and Public Health Institute e dall’Università di Utrecht.

Sappiamo tutti che il NO2 e il PM2.5 sono associabili ai processi di combustione e al traffico veicolare e che, quindi, nel periodo invernale, con il riscaldamento domestico attivo, si raggiungono i massimi picchi. 

La ricerca ci conduce dunque verso una nuova, triste, conferma: a livello europeo, tra le aree con la più alta mortalità troviamo il bacino della Pianura Padana, con la città di Brescia capolista (15% di mortalità naturale attribuibile al PM 2.5), seguita da Bergamo e altre città italiane, tutte presenti nella parte alta della classifica.

E’ vero che i dati presi in esame dalla ricerca in questione sono di qualche anno fa, come segnalato da alcuni Comuni italiani non contenti di essere presenti in questa classifica; tuttavia abbiamo dalla nostra parte l’evidenza che nel nostro Paese, mentre molto si è fatto per contenere le emissioni da traffico veicolare, si parla certamente tanto di riqualificazione energetica sostanziale degli edifici, ma la si fa ancora troppo poco

Di conseguenza, se dovessimo guardare alle emissioni di PM2.5 rilevate di recente o rilevabili nei prossimi mesi, possiamo essere abbastanza certi che i dati non apparirebbero con un andamento poi così diverso.

A dimostrarlo, ci sono anche i valori rilevati negli ultimi giorni dalle centraline Arpa in Lombardia, che evidenziano una situazione drammatica lungo una buona parte del bacino padano. A causa delle temperature rigide, nelle città metropolitane e non, il riscaldamento degli edifici è ampiamente imputabile dell’inquinamento atmosferico, soprattutto in questo momento che le limitazioni al traffico veicolare imposte dal Covid hanno ridotto il flusso di traffico. 

Da questo punto di vista, Regione Lombardia, ha già pubblicato la scorsa settimana le misure temporanee antinquinamento di primo livello per tutte le province lombarde.

Siamo consapevoli che il settore della riqualificazione energetica degli edifici sia stato oggetto negli ultimi anni di una crescente attenzione, in positivo, da parte di istituzioni e cittadini, divenendo uno dei temi caldi nell’opinione pubblica: per cambiare drasticamente i livelli di inquinamento sono necessarie azioni più strutturate in una programmazione pluriennale, che consenta a tutti gli attori della filiera di poter operare in una più solida ottica di organizzazione delle attività.

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