Cappotto Termico e grandine, cosa occorre sapere per prevenire danni.
Torna l’estate e con essa aumenta la probabilità di fenomeni estremi, dovuti alla combinazione di eccessiva umidità ed alte temperature, come grandinate e downburst, .
Nel luglio 2023, in Lombardia, si sono abbattuti temporali simili a tempeste tropicali che con una forza mai vista hanno determinato ingenti danni economici ed ambientali.
A seguito di questi fenomeni l’attenzione generale si è concentrata su come proteggere gli edifici da questa furia meteorologica. Come Rete Irene affrontiamo questo aspetto da un punto di vista tecnico, spiegando il comportamento delle facciate coibentate sottoposte a raffiche di grandine.
L’Ing. Carlo Castoldi, del Comitato Tecnico Scientifico di Rete IRENE, ci spiega cosa bisogna sapere per prevenire e limitare i danni in questo articolo dedicato al Cappotto termico e grandine.
I fenomeni atmosferici particolarmente aggressivi stanno determinando gravi conseguenze alle persone, alle case e ai propri mezzi di trasporto o di lavoro.
L’Agenzia Ambientale Europea ha stilato una lista di questi fenomeni che comprende ondate di calore, piogge torrenziali, inondazioni, tempeste di vento, siccità, grandinate e mareggiate.
Mi soffermo su alcune foto di quanto accaduto nel luglio del 2023 nella zona attorno a Saronno
I danni provocati dalla grandine sui sistemi ETICS sono decisamente meno invasivi rispetto ad altre parti dell’involucro per alcuni ovvi motivi:
- le facciate rivestite in Cappotto sono decisamente in numero limitato rispetto alle facciate tradizionali
- le pareti esterne sono verticali e quindi soggette ad essere colpite solo per azione di stravento
Ma soprattutto: non è poi così facile perforare un Cappotto e di questo ne parliamo per cercare di prevenire i danni da grandine a tale sistema.
Cappotto termico e grandine: dimensione e velocità dei chicchi
Da un documento pubblicato dalla Agenzia Casa Clima si desumono questi dati: gli edifici possono essere danneggiati in maniera più o meno estesa a seconda della grandezza dei granelli e della velocità con cui impattano la superficie.
È evidente che chicchi da 2/3 cm creano seri problemi agli elementi dell’involucro se la loro velocità di impatto raggiunge o supera i 70 km/ora. Oltre questa dimensione, 6/8 cm di diametro e venti che superano i 90 km/h sono pochi gli elementi dell’involucro che resistono all’impatto, oltre ovviamente essere un grave pericolo per le persone
Cappotto termico e grandine: le disposizioni Europee
Come mi è capitato spesso di affermare, i Sistemi a Cappotto sono stati oggetto di scrupolose GUIDE TECNICHE EUROPEE che ne hanno valutato tutti gli aspetti di durabilità e resistenza nel tempo definendo prove d’urto e perforabilità quali “Impact Test” e “Perfo Test”.
I risultati di tali test sono riportati sul certificato ETA (Valutazione Tecnica Europea) di ogni singolo sistema dotato di tale documento, in cui sono definite le proprie caratteristiche compositive e prestazionali tra cui le prestazioni specifiche del sistema ad urti e corpi perforanti.
Ma le classificazioni di resistenza agli urti/perforazioni prevista dalle Guide Tecniche sono, alla luce di quanto sta avvenendo, non del tutto sufficienti e tali da garantire una corretta resistenza alla grandine
Per altro oggi sono presenti sul mercato nazionale differenti sistemi che assicurano un ottimo comportamento all’attacco di grandine anche in eventi particolarmente gravi.
In particolare vengono eseguite prove di resistenza all’impatto della grandine in funzione delle dimensioni del granello, quindi della sua massa, della sua velocità di impatto e quindi dell’energia con cui viene colpita la “crosta” del Cappotto .
Per “crosta” si intende la rasatura armata con rete in fibra di vetro e la finitura in rivestimento colorato a spessore.
Vediamo cosa riporta la Guida Tecnica Europea EAD 040083-00-0404 in termini di test per determinare la resistenza all’impatto del Cappotto.
Come si vede dalle tabelle sotto riportate il cappotto sottoposto alle prove può risultare idoneo per una delle tre situazioni di uso.
Riassumendo:
Zona I – sona trafficata e di possibile urto accidentale
Zona II- zona trafficata saltuariamente e non soggetta a urti accidentali
Zona III- zona non di passaggio e non soggetta ad urti casuali
Nella tabella successiva viene specificato come viene assegnata ad un sistema Cappotto la categoria di resistenza per le tre classi sopra citate.
Cappotto termico e grandine: oltre le indicazioni ETA
Per conoscere un buon comportamento alla grandine del Sistema Cappotto che vogliamo applicare occorre avere un documento che vada oltre le indicazioni riportate da ETA e che tiene conto di prove specifiche d’urto.
Oggi esistono sul mercato sistemi che sono certificati con resistenza all’urto con energia di impatto fino a 20 ÷ 27 Joule.
Ma cosa significano in pratica questi valori di energia di impatto? Significa che se viene impiegato un sistema con resistenza all’impatto di 20 Joule o più, devo realizzare un Cappotto che può essere investito da grandine di 4,5 cm con velocità di attacco attorno ai 90 km /ora, ossia mi metto nella condizione di pressoché sicurezza assoluta.
Cappotto termico e grandine: conclusioni
Mi sembra corretto concludere queste osservazioni sui danni al Cappotto da grandine con due parole relative ai ripristini di tali eventuali danni:
- Non si demolisce nulla salvo “pulire” il rivestimento ed il rasante nella zona di sfondamento con particolare attenzione ad asportare le parti non coese
- Applicazione di un primer all’acqua atto a creare ponte di adesione alla rasatura ARMATA successiva, applicata su TUTTA la superficie danneggiata
- Finitura con nuovo strato colorato a spessore non inferiore a 1,5 mm.
Così operando si realizza di fatto una “crosta” esterna a due strati di rasatura armata e doppia finitura che rendono la crosta stessa particolarmente resistente a eventuali nuovi attacchi di grandine.
È fondamentale rivolgersi ad aziende e produttori referenziati che utilizzano Sistemi a Cappotto dotata di ETA, European Technical Assessment: un documento che contiene le prestazioni di un prodotto da costruzione. Dal 2021, il rilascio del documento ETA avviene sulla base dell’EAD 040083-00-0404.
Grazie all’Ing. Carlo Castoldi – Comitato Tecnico Scientifico di Rete IRENE.
Dal 2013 Rete Irene è impegnata nel diffondere la cultura della Riqualificazione Energetica degli edifici esistenti. Per procedere alla decarbonizzazione del vetusto patrimonio immobiliare italiano, abbiamo bisogno di un sistema incentivante.
Per questo è stata elaborata una proposta per rinnovare il sistema di incentivi fiscali, semplice e concisa, concentrata sull’efficienza energetica, sull’adeguamento sismico, orientata alla sostenibilità e all’autonomia energetica. Abbiamo bisogno di far sentire la voce della filiera e del sostegno di tutti.