L’attuale blocco della Cessione dei crediti fiscali per i bonus edilizi lascia l’Italia senza una strategia politica di supporto all’indipendenza energetica e alla tutela dell’ambiente, soprattutto ora che è stata approvata la Direttiva Case Green.
In un momento in cui attualmente il 65% degli edifici si trovano in classe G ed F, 32 mila imprese sono a rischio fallimento e 500.000 famiglie si ritrovano con cantieri fermi, Legambiente Lombardia, Rete Irene, ANIT e Assocond-Conafi hanno sottoscritto una lettera aperta alle Istituzioni.
Giovedì 23 marzo si è svolto a Milano un incontro tra Manuel Castoldi, Presidente Rete Irene, Valeria Erba, Presidente ANIT, Marco Ribaldone, Presidente Assocond-Conafi, Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente Lombardia, per affrontare i temi più attuali quali il blocco della cessione dei crediti fiscali nei bonus edilizi e la normativa UE “Case Green”.
I presenti hanno sottoscritto una lettera aperta per chiedere alle istituzioni un profondo rinnovamento della normativa vigente e proporre nuove possibili soluzioni, analizzando congiuntamente tutti i fattori coinvolti nella riqualificazione del vetusto patrimonio immobiliare italiano.
Una Lettera dal titolo “Navigare a vista sulla transizione energetica” con l’obiettivo comune di portare la propria esperienza su un tavolo di confronto con il Governo. Un tavolo capace di coinvolgere esperti di efficienza energetica, di edilizia, di sostenibilità, di economia e finanza nonché le imprese, le aziende produttrici e i professionisti.
È importante che venga rivoluzionato il metodo di ragionare sul solo “costo” esborso, dando invece evidenza ai tanti aspetti positivi che il sistema di incentivazione porta al Paese quale sviluppo economico, sociale e di salvaguardia ambientale.
L’efficienza energetica rappresenta un elemento fondante per il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche un elemento da perseguire nell’interesse dell’intero Paese, per rafforzare l’indipendenza energetica delle imprese e delle famiglie, per abbattere i costi della bolletta e contrastare il sempre più preoccupante fenomeno della povertà energetica.
Il superbonus sicuramente è nato con delle forti criticità, senza regole ben progettate, però ha permesso di realizzare interventi di efficientamento energetico che altrimenti non si sarebbero fatti. Il problema delle frodi non sono i provvedimenti incentivanti o di cessione del credito ma un sistema di per sé sbagliato e la mancanza di adeguati controlli.
I correttivi del Governo, nati per contrastare le frodi, sono andati a penalizzare imprese e professionisti che lavorano onestamente creando il cosiddetto fenomeno dei “crediti incagliati”. Un problema che oltre su occupazione e lavoro impatta drammaticamente sul cittadino.
Si stima che circa 500.000 famiglie si trovino con gli edifici “ingabbiati” in ponteggi ormai inutili, con i cantieri fermi, senza alcuna prospettiva di vedere gli interventi ultimati, senza nessuna certezza circa se, quando e come i ponteggi saranno smontati e con la ragionevole e terribile prospettiva di accertamenti dell’Agenzia delle Entrate per l’utilizzo di crediti fiscali in effetti mai sorti o cessati.
Un aspetto sociale ed economico che va a sommarsi con le possibili sanzioni che dovremmo affrontare se non rispetteremo quanto disposto dalla Direttiva Europea e con il più “vitale” problema del contrasto ai cambiamenti climatici, rimarcato con la massima urgenza da THE IPCC SIXTH ASSESSMENT REPORT pubblicato il 20 marzo scorso.
“La Direttiva Case Green è una grande opportunità per creare lavoro e sviluppo sostenibile, per ridurre i fabbisogni energetici primari con un taglio drastico delle bollette in modo da alleggerire il peso economico delle famiglie che possono investire sulla propria casa.” – Dichiara Manuel Castoldi, Presidente di Rete IRENE – “Quello che chiediamo al legislatore è un riordino completo dei bonus edilizi con un sistema di incentivazioni premianti e l’immediata reintroduzione del meccanismo di cessione del credito per le classi G, F, E. Occorre una strategia di medio e lungo periodo che ci consenta di intervenire prima sugli edifici più energivori entro il 2033 e poi guardare agli obiettivi del 2050.”
Una visione, una prospettiva che si può fare solo congiuntamente e coinvolgendo tutti gli attori della filiera del Rinnovamento Energetico.