CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI ENTRO IL 2050: UTOPIA O POSSIBILITÀ?

cambiamenti climatici

Cambiamenti climatici tra il 2020 e il 2050: uno degli obiettivi principali del Green Deal europeo è di arginare l’aumento del riscaldamento globale non superando gli 1,5 °C rispetto all’epoca pre-industriale. Un nobile obiettivo che deve fare i conti con un oggettivo incremento delle temperature registrato negli ultimi 50 anni

Sarà oggettivamente possibile mantenere il surriscaldamento globale sotto i 2°C? Ovviamente non possiamo saperlo con certezza e ci auguriamo che le azioni messe in campo per contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici possano raggiungere questo obiettivo, tuttavia vale la pena porre attenzione su uno studio di Copernicus e dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) condotto a livello europeo volto ad indagare l’andamento delle temperature negli ultimi 50 anni.

Dallo studio emerge che sono più di 35.000 i Comuni europei nei quali la temperatura media è aumentata di oltre 2°C negli ultimi cinquant’anni, nessuno (quasi) escluso: metropoli e villaggi rurali si stanno scaldando sempre di più, con dati che in alcuni casi superano anche i 5°C.

Riga e Budapest sono tra le Capitali europee dove i dati hanno registrato il maggior incremento, senza contare casi eccezionali come Reykjanesbær, in Islanda, dove nell’area limitrofa all’aeroporto l’aumento si è avvicinato ai 5,8°C nel giro di pochi decenni. E se è vero che la Norvegia sta diventando sempre di più un’area ricca di vallate verdi, non più di gelide distese bianche, cosa sta accadendo nel nostro Paese?

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Fonte: europeandatajournalism.eu

A rispondere a questa domanda è un’analisi approfondita realizzata da OBC Transeuropa sulla base dei dati Copernicus e ECMWF.

Dagli anni ’60 ad oggi la nostra temperatura media è cresciuta di 2,2°C, toccando in alcune aree picchi di oltre 4°C: un dato spaventoso se pensiamo all’impegno che l’Unione Europea ha sottoscritto nel Green Deal.

Roma, Brindisi, Sondrio e Latina sono le quattro province che hanno registrato l’aumento maggiore, superando i 3°C, affiancate da un’area geografica altrettanto incandescente, compresa tra Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

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Fonte: Edjnet/In Marcia Con Il Clima

Ma vediamo insieme alcuni dati interessanti:

  • Quanti sono i Comuni italiani che sono riusciti a rimanere al di sotto dei 2°C? 2.641 (un terzo del totale)
  • Quanti invece quelli che hanno accusato un aumento inferiore a 1°C? Solo 149 (1,9% del totale)
  • Quali sono le Regioni peggiori? Sul podio troviamo il Lazio (2,7°C), seguito da Trentino Alto Adige e Lombardia (2,6°C)
  • E quelle migliori? Toscana, Liguria, Emilia Romagna
  • Un caso curioso? Quello del Piemonte con Torino che resta ampiamente al di sotto di 1 grado di aumento (0,8°C) e la Regione che risulta tra le più “virtuose”
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Fonte: Edjnet/In Marcia Con Il Clima

Le cause dei cambiamenti climatici sono svariate: dall’attività umana (traffico, industrie, edifici) a cause prettamente geografiche, tuttavia i dati dimostrano una correlazione tra aumento di temperatura e densità di popolazione: la temperatura media a Roma è aumentata di 3,6°C negli ultimi cinquant’anni e a Milano di 3,3°C.

Molto interessante è questa interfaccia che permette di visionare l’evoluzione della temperatura di ogni singolo Comune italiano.

Con che occhi guardare, quindi, al 2050? Sicuramente i dati circa i cambiamenti climatici dagli anni ‘60 ad oggi non sono incoraggianti. Quello che però rincuora è che tante parti politiche, istituzionali e associative di diversi Paesi Europei grazie a ricerche come questa e al continuo sollecito da parte di associazioni ambientaliste, e non, circa l’importanza di riflettere in ottica fattiva sull’aumento della temperatura globale, abbiano finalmente aperto gli occhi attivando azioni volte a confinare i cambiamenti climatici, arginando cause e cercando di limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Oggi stiamo vivendo un’emergenza sanitaria che ci ha portato a cambiamenti radicali nella nostra vita e a numerose perdite umane conseguenti al fatto che inizialmente abbiamo sottovalutato la letalità del coronavirus.
Purtroppo, alla maggior parte delle persone NON è chiaro che stiamo sottovalutando anche la possibile letalità dell’emergenza ambientale che, se non affrontata, contribuirà ad un cambiamento drastico e non reversibile.

Nessuno al momento può sapere se riusciremo, come Europa e come Italia, a raggiungere gli obiettivi imposti dal Green Deal europeo, quello che è certo è che serviranno azioni strategiche e radicate che possano porre le basi per un reale cambiamento.

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