Alcune notizie di stampa confermano che nella manovra finanziaria, ormai imminente, potrebbero essere introdotte alcune novità nel sistema degli incentivi per i condomini.
Nel corso di un convegno organizzato il 9 marzo al Senato da ANAIP, il viceministro all’economia Morando avrebbe affermato che “il principale ostacolo all’effettiva realizzazione di interventi di ristrutturazione e riqualificazione negli edifici di grandi dimensioni è imputabile all’incapienza delle famiglie e, dunque, all’impossibilità di accedere alle detrazioni fiscali.
Un problema che va risolto, anche per fare respiro al settore dell’edilizia, mediante la creazione di un soggetto ad hoc nel quale far confluire diversi attori, soprattutto istituti bancari, che diventi titolare e realizzatore dell’intervento di riqualificazione, su mandato dell’assemblea condominiale, e che, quindi, possa beneficiare degli ecobonus” (fonte: Quotidiano del Condominio).
Per superare definitivamente il problema dell’incapienza fiscale, il Governo avrebbe quindi predisposto un testo di legge, concordato largamente anche in sede europea, che introduce un’interessante innovazione: “la costituzione di un complesso di soggetti, all’interno dei quali vi siano anche gli istituti di credito, che diventino titolari dell’intervento su incarico dell’assemblea condominiale. Attraverso il ruolo di questo soggetto realizzatore verrà bypassato il problema dell’incapienza e lo Stato riconoscerà l’ecobonus del 65% al soggetto attuatore dell’intervento” (fonte: CondominioWeb).
Fin qui si tratta di chiacchiere da convegno, che si sentono ormai frequentemente. Oggi però hanno cominciato a trapelare alcune indiscrezioni, pubblicate da Il Sole 24 Ore.
Premesso che potrebbe trattarsi solo di speculazioni giornalistiche, da quel che si legge pare che per risolvere il problema degli incapienti si voglia estendere la facoltà di cessione delle detrazioni agli interventi condominiali di ogni tipo. Si citano infatti gli sconti fiscali del 50%, 65% e 85%.
A nostra volta non facciamo speculazioni, perché i dettagli sono imprecisi e potrebbero essere stati aggiunti dai giornalisti (per esempio manca il riferimento al 70-75%; per l’85% la facoltà di cessione c’è già per tutti, mentre per il 65% c’è già ma solo per la no tax area…), e Morando di solito non entra in queste minuzie.
Non è chiaro quindi se si tratterebbe di un’estensione della facoltà di cessione per tutto e per tutti, o solo con riferimento alla no tax area. In questo caso è facile prevedere che sarebbe un altro flop.
Insistiamo nella nostra convinzione che le detrazioni devono valere per tutti, e che gli incentivi dovrebbero possedere un certo grado di differenziazione tra gli interventi che più incontrano ostacoli alla loro attuazione (es. il miglioramento estensivo degli involucri), e quelli che invece si realizzano anche in assenza di sussidio. L’eccessiva omogeneità degli incentivi comporta il rischio di indirizzare le risorse in modo non ottimale.
Poi c’è l’accenno alla possibilità di cedere le detrazioni alle ESCO per trasformarle in uno sconto sui lavori di ristrutturazione, riqualificazione energetica e sismica. Anche qui occorre usare prudenza, perché potrebbe trattarsi di speculazioni: spesso le ESCO sono evocate come il rimedio a tutti i problemi, anche se nella concretezza del mercato delle riqualificazioni profonde sembrano più personaggi mitologici che operatori reali.
Due commenti: primo, non si vede come le ESCO possano essere interessate ai lavori diversi dalle riqualificazioni energetiche. Fanno già fatica a finanziare queste, che sono il loro core business, figuriamoci gli interventi in cui l’energia non c’entra nemmeno. Secondo: non si parla di banche o altri soggetti finanziari, ma il dettaglio potrebbe essere stato omesso da chi ha diffuso le informazioni e sfuggito al giornalista.
Sarebbe davvero un peccato se, dopo tutte le dichiarazioni fatte nei convegni, alla fine il provvedimento si limitasse a promuovere un modello che non può funzionare bene, dimenticandosi di integrare nel meccanismo di incentivazione i soggetti che devono fornire la finanza che – guarda un po’ – sono proprio le banche e gli intermediari finanziari!
Giovedì prossimo sapremo come stanno davvero le cose.
Questo il pensiero espresso da Virginio Trivella – Coordinatore del comitato tecnico di Rete IRENE