In questo articolo abbiamo scelto di parlare degli effetti dell’inquinamento sulla salute, laddove la riqualificazione energetica degli edifici è senza dubbio un investimento a lungo termine che, tra le altre cose, va ad incidere sulla qualità dell’aria che respiriamo.
A tal proposito abbiamo spesso fatto sentire la nostra voce su temi legati all’ambiente, all’inquinamento nelle nostre città (un esempio fra tutti la recente presa di posizione circa l’introduzione dell’area B a Milano) o al cambiamento climatico (basti pensare all’intervista realizzata a Riccardo Scotti, Responsabile Scientifico del Servizio Glaciologico Lombardo e ricercatore dell’Università di Bologna).
Con questo articolo abbiamo deciso di porre l’attenzione su un ulteriore aspetto connesso alla scarsa qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno nelle nostre città: gli effetti dell’inquinamento sulla salute.
Ci siamo affidati ad uno Specialista, il Dott. Guglielmo Meregalli – Medico Chirurgo Specialista in Allergologia e Malattie Apparato Respiratorio, esperto in allergia respiratoria, asma, allergia a farmaci e allergologia professionale Synlab CAM Monza, per poter fornire alcuni dati e spunti di riflessione circa gli effetti dell’inquinamento sulla salute.
In che termini la popolazione viene colpita dall’inquinamento presente nelle nostre città?
È difficile dare una risposta precisa, perché le principali sostanze chimiche inquinanti sono centinaia, ma sono decine di migliaia, se le prendiamo in considerazione tutte. Se però consideriamo principalmente quelle dovute al riscaldamento degli edifici, possiamo restringere il campo ai composti dello zolfo (ossido di zolfo, biossido di zolfo a altri), ai composti del carbonio (monossido di carbonio, anidride carbonica e altri), al particolato (le cosiddette polveri sottili con diametro tra 10 e 2,5 micron) e al particolato fine (diametro inferiore a 2,5 micron).
Tutte queste sostanze sono dannose per l’organismo e negli studi a breve termine è stato dimostrato che aumentano la mortalità. Lo studio OSTRO, condotto anni fa in nove città della California (uno degli studi più autorevoli in questo senso) ha dimostrato che per ogni aumento giornaliero (un solo giorno) del PM 2,5 di 15 microgrammi/m3, la mortalità per tutte le cause (cioè prendendo in considerazione la mortalità indipendentemente dalla cause di morte) aumenta dello 0,61%, la mortalità cardiovascolare dello 0,7% e quella respiratoria del 2,5%.
Facendo un esempio pratico: invece di, ipotesi, 1000 decessi nel giorno x, se il PM 2,5 è aumentato di 15 micg/m3, i decessi saranno 1006, se l’aumento del PM 2,5 è di 30, i decessi saranno 1012, se l’aumento è di 90 (come capita in certi periodi nelle città della pianura Padana), i decessi saranno 1024.
Senza andare a prendere in esame studi oltreoceano per indagare gli effetti dell’inquinamento sulla salute, anche gli studi APHEA 2 (Europa) e lo studio MISA (Italia) danno risultati sovrapponibili, così come i numerosi studi a lungo termine che dimostrano una stretta correlazione tra mortalità per tutte le cause, mortalità respiratoria, mortalità cardiaca e PM 2,5.
Analizzando invece gli effetti dell’ossido di carbonio (gas prodotto da qualsiasi tipo di combustione, particolarmente pericoloso quando viene prodotto in casa, sprigionato da sistemi di riscaldamento quali caldaie, stufe, caminetti), l’azione tossica è dovuta al fatto che esso si lega all’emoglobina molto più dell’ossigeno, di conseguenza anche piccole quantità riducono, seppur di poco, l’ossigenazione del sangue, mentre invece grandi quantità causano la morte ipossiemia (es. persone decedute a causa di bracieri accesi nella stanze o caldaiette mal funzionanti).
Vi sono poi i NOx, termine con il quale si indicano i vari composti dell’azoto, di cui No (ossido di azoto) e No2 (biossido di azoto) sono i più diffusi. 3 parti per milione nell’aria vengono percepite dall’uomo sotto forma di odore pungente, 15 parti per milione sono causa di irritazione agli occhi e alla gola. Alcuni studi condotti su animali hanno evidenziato che causano danni alle membrane cellulari dell’apparato respiratorio, favorendo bronchiti acute e croniche, nonché asma.
Ancor più nocivi dei NOx sul polmone, sono risultati essere i composti dello zolfo (motivo per il quale poco alla volta sono state cambiate le caldaie nelle grandi città).
Da queste evidenze è indubbio quindi pensare che gli effetti dell’inquinamento sulla salute dell’uomo siano tangibili, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l’inquinamento atmosferico riduca l’aspettativa di vita di un anno, mediamente. In generale, possiamo dire che la patologia che aumenta con l’inquinamento è polmonare (asma, bronchiti acute virali e batteriche e bronchiti croniche) e cardiaca (ischemia cardiaca, aritmia, scompenso cardiaco)
Ci sono dei soggetti più a rischio di altri?
Gli effetti dell’inquinamento sulla salute sono senz’altro più alti tra i bambini per quanto riguarda l’asma e le bronchiti acute e sugli anziani già affetti da patologia respiratoria o cardiaca.
Negli ultimi anni si è registrata un’incidenza maggiore?
Non ci sono studi nuovi che permettano di dirlo, ma i dati citati sopra evidenziano che più il PM2,5 (o anche PM10) si riduce, più la mortalità e le patologie si riducono a loro volta. Negli ultimi 10 anni il PM10 a Milano e un po’ in tutta la Lombardia si è ridotto, anche se spesso è ancora molto alto.
Certamente si è ridotto l’inquinamento da piombo che era presente nella benzina prima che venisse introdotta la benzina verde, mentre è stabile o aumentato, a seconda delle aree, l’inquinamento da idrocarburi cancerogeni prodotti principalmente dai motori diesel, risulta invece essersi ridotto l’inquinamento da amianto. Per quanto riguarda l’inquinamento da diossina dipende molto da zona a zona e, tengo a sottolineare, essa è prodotta anche dalla combustione della legna nei camini e stufe a legna tanto che a Los Angeles già da anni hanno vietato i barbeque con la carbonella.