Dopo aver realizzato numerosi approfondimenti tecnici sul sistema a cappotto, in questo articolo parliamo della durabilità dell’isolamento termico degli edifici e ne parliamo con l’Ing. Carlo Castoldi – Consulente Senior Isolamento Termico, che ha decenni di esperienza operativa nel settore.
Il “Cappotto” è per sempre! Un’affermazione come quella riportata nel titolo può sembrare un’esagerazione, quasi una provocazione.
Di fatto oggi, dopo oltre cinquant’anni di esperienze europee, quarant’ anni di esperienze in Italia e le successive:
- Linee Guida Europee emanate da: CSTB per primo – EOTA di seguito ed attualmente in essere,
- Normative UNI per la progettazione (11715) e applicazione di sistemi a Cappotto,
- Normative che regolamentano le figure professionali per l’applicazione di tali sistemi (11716)
esistono pochi componenti edili dotati di così puntuali regole cui sono sottoposti prima di ottenere un Benestare Tecnico di approvazione dei sistemi e della loro applicazione sugli edifici.
Eppure è normale sentirsi domandare frequentemente e con una certa preoccupazione quanto dura un Cappotto e come fare per smaltirlo al termine della sua vita utile.
E quale sarebbe la sua vita utile? O meglio quanto resiste applicato su un edificio prima di doverlo rimuovere?
Nelle pagine di premessa delle Linee Guida emesse da EOTA, ossia le ETAG 004 nella versione del marzo 2000 e successive modifiche si legge:
Linee Guida (le ETAG 004): un documento contenente una serie di prove e verifiche sui componenti e sul prodotto nel loro insieme per simulare condizioni di invecchiamento equivalente a una vita minima di 25 anni senza che, in tale lasso di tempo, si possano verificare apparenti visibili deterioramenti e senza degrado delle funzioni isolanti, stanno a significare che la durabilità dell’isolamento termico degli edifici, se i sistemi a cappotto sono CERTIFICATI e APPLICATI correttamente, hanno una vita di tipo almeno generazionale senza dover intervenire con soluzioni invasive.
E dopo?
E dopo, se si arriva ad intervenire su un isolamento termico degli edifici a Cappotto in condizioni che preciseremo di seguito, si può ASSOLUTAMENTE evitare di rimuovere il vecchio sistema, intervenendo con una soluzione che prevede o un ripristino della finitura in vista o un incremento dell’isolamento dell’edificio: il cosiddetto raddoppio del Cappotto.
Per dare un senso, a quanto provocatoriamente inserito nel titolo, mi rifaccio a quanto indicato nel precedente documento “VITA TECNICA E ISPEZIONE DEL SISTEMA CAPPOTTO” apparso da poco sul sito di Rete Irene e redatto con molta cura da Pier Paolo Riu del Gruppo IVAS.
In particolare, nel documento citato è riportata una tabellina che riprendo nei concetti e che indica le attività di ispezione da fare ad un cappotto applicato su un edificio:
Periodicità’ dell’analisi visiva
Per inciso, anche una facciata rivestita con intonaco e finitura colorata di natura sintetica o naturale o rivestita in clinker o altri elementi modulari (ceramiche,pietre etc.) necessiterebbe di verifiche periodiche al fine di evitare eventuali gravi situazioni createsi per incuria e lasciate degradare sino al limite.
Se dopo 30/35 anni in cui si è tenuto l’isolamento termico degli edifici con sistema a Cappotto in buono stato di conservazione (senza che ciò comporti necessariamente interventi sul manufatto) si può pensare di intervenire con una manutenzione profonda del sistema ossia: (UNI/TR 11715:2008 – paragrafo 11 commi 11.1- 11.4.2 ).
Nella lettura del paragrafo 11 si nota che la rimozione di un cappotto termico si rende necessaria unicamente se vengono a mancare le condizioni base per il mantenimento dell’esistente ossia:
- errori nell’incollaggio che ne compromettono una sufficiente adesione al supporto,
- gravi errori di tassellatura o per inesistenza o per inidoneità del tassello impiegato,
- stato dei pannelli isolanti particolarmente degradato (decoesi, imbevuti di acqua),
- impiego di componenti inidonei al sistema isolante.
In questi casi la rimozione si rende necessaria e per una decisione in tal senso si consiglia di interpellare tecnici di Società titolari di sistemi a Cappotto con Benestare Tecnico ETA.
Per altro…..
Il rifacimento può anche essere limitato alle sole zone oggetto di difetti verificati: in questi casi particolari dovrà essere posta particolare cura nel realizzare il collegamento tra le zone ricostruite e le zone mantenute. È consigliabile prevedere un giunto funzionale o anche solo estetico per realizzare tale collegamento (Estratto da UNI/TR 11715:2008 – paragrafo 11.3)
Nei comuni casi di degrado per vecchiaia degli strati di finitura (normali dopo 30/35 anni di vita) si può pensare di intervenire con varie soluzioni dettate dal grado di ammaloramento di queste superfici (Estratto da UNI/TR 11715:2008 – paragrafo 11.2):
- migliorare le prestazioni della finitura esistente applicando una finitura protettiva supplementare costituita da un ciclo di pitturazione specifico applicato sopra l’intonaco di finitura esistente,
- rifare l’intonaco di finitura sovrapplicando un secondo intonaco di finitura, eventualmente con applicazione preliminare di primer o fondo,
- rifare l’intonaco di finitura previa asportazione dell’intonaco di finitura esistente,
- rifare l’intonaco di base armato con rete e poi l’intonaco di finitura sopra la finitura esistente,
- rifare intonaco di base armato con rete e poi l’intonaco di finitura previa asportazione dell’intonaco di base esistente.
Questi interventi sono da verificare sempre insieme a tecnici di Società titolari di sistemi a Cappotto con Benestare Tecnico ETA al fine di ottenere le necessarie procedure e garanzie.
Detto ciò, ai giorni nostri ed in considerazione degli spessori di isolamento, fino a poco tempo fa usati, è molto interessante percorrere la strada del RADDOPPIO DEL CAPPOTTO TERMICO ESISTENTE.
Anche la valutazione di questo tipo di intervento va fatta con il supporto di un tecnico di Società titolari di sistemi a Cappotto con Benestare Tecnico ETA al fine di ottenere le necessarie procedure e garanzie.
Per la progettazione di un Raddoppio di Cappotto è necessario raccogliere questi dati (Estratto da – Manuale per l’applicazione del Sistema a Cappotto – CORTEXA):
- fisica dell‘edificio (spessore degli strati, punto di rugiada, ponti termici),
- antincendio (secondo le norme nazionali),
- raccordi a componenti architettonici,
- elementi di montaggio a taglio termico per carichi esterni (es. lampade, tettoie),
- tipo del nuovo Sistema ETICS,
- fissaggio del nuovo Sistema ETICS (certificazione di sicurezza strutturale).
Questa soluzione ha il grande vantaggio di “ringiovanire” la facciata dell’edificio, ma soprattutto di adeguare l’involucro ai requisiti minimi vigenti in termini di efficienza energetica.
IL CAPPOTTO È PER SEMPRE! Non lo si butta, non lo si elimina, lo si recupera e lo si rende termicamente più efficace ed efficiente