LA POLITICA CHE RISPONDE
Rete Irene ha posto 12 domande ai partiti politici italiani per avere chiarimenti sulle posizioni e sugli impegni delle varie forze in tema di riqualificazione energetica degli edifici.
ECCO CHI HA RISPOSTO
Rete Irene ha posto 12 domande ai partiti politici italiani per avere chiarimenti sulle posizioni e sugli impegni delle varie forze in tema di riqualificazione energetica degli edifici.
ECCO CHI HA RISPOSTO
Comprendere il reale impegno dei leader politici in tema di riqualificazione energetica degli edifici: è questo l’obiettivo che si è posta Rete IRENE trasmettendo un questionario con 12 domande puntuali a tutte le segreterie dei partiti che sono impegnati nelle elezioni politiche del 25 settembre.
La volontà è quella di conoscere quali sono le strategie e le azioni in programma per aprire un tavolo di confronto reale e costruttivo.
All’appello di Rete IRENE, hanno risposto il Movimento 5 stelle e Noi Moderati.
Sì, ne è la prova la nostra attività parlamentare che si è sempre distinta per il sostegno a forme di incentivazione per favorire la riqualificazione degli edifici.
Assolutamente sì, è noto come il fabbisogno energetico degli edifici rappresenti circa il 40% del totale italiano, e come la dispersione sia mediamente il 60% (dato putroppo in media con l’Europa tutta). Il fabbisogno termico invernale in particolare è quasi tutto ancora “a gas”. Un’adeguata riqualificazione può ridurre il fabbisogno in maniera estremamente considerevole, dal 50% al 90%, sopratutto negli edifici “datati”, che rappresentano ancora la percentuale più rilevante. Ed è proprio perchè ne siamo consapevoli che abbiamo iniziato a chiedere la stabilizzazione e il rafforzamento dei bonus edili sin dal 18 luglio 2013, con un primo convegno del M5S in tema. Il lavoro poi è incessantemente proseguito ed a aprile 2016 passa unanimità al Senato la mozione (depositata nel 2015) per stabilizzare Ecobonus. Nel 2018 il portavoce Girotto viene nominato Presidente di Commissione Industria Commercio e Turismo e apre immediatamente un affare assegnato sull’argomento, che termina con una risoluzione approvata all’unanimità, che impegna il Governo, tra l’altro, a:
Il resto è storia recente, con l’emanazione del “Superbonus 110″…
Condividiamo la necessità di rendere meno volatili le forme di incentivazione e ci impegniamo a sostenere una stabilizzazione delle misure in essere, definendo tuttavia – e in alcuni casi modificando – criteri dettagliati, forme e tipologie di edifici, al fine di evitare sia casi di abuso sia un utilizzo poco efficace delle agevolazioni.
Il M5S ha già depositato, il 24 maggio 2022, una proposta di legge proprio per portare sino al 2030 una regolamentazione dei bonus edili. Quindi figuriamoci se non vogliamo farlo immediatamente…
Come sapete, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima guarda solitamente al decennio successivo. Anche negli ultimi anni abbiamo osservato che numerose misure hanno richiesto rimodulazioni e introduzione di nuove forme per rispondere ai cambiamenti del contesto. Per questo, riteniamo che la stabilizzazione della misura possa prevedere un orizzonte di 3 o 4 anni, dopo i quali poter valutare con precisione l’impatto e l’adeguatezza delle azioni messe in campo, apportando eventualmente le modifiche necessarie.
Come specificato nella precedente domanda, intanto abbiamo traguardato il 2030.
Non è possibile stabilire in assoluto l’intensità minima, senza considerare altri fattori di una misura. Sicuramente optare per una formula compresa tra il 50% e il 75% consentirebbe di garantire un forte movente all’adozione dell’intervento.
La nostra proposta, che però vogliamo assolutamente far passare per un confronto con gli stakeholders, prevede un’aliquota base di partenza del 40%, con la previsione di incremento della stessa man mano che l’intervento è via via qualitativamente migliore, in termini di conseguimento del risultato di miglioramento della classe energetica/sismica dell’edificio.
Certamente. Il Superbonus 110% per noi non è sostenibile nel lungo periodo come incentivo alla riqualificazione energetica degli edifici. La misura è corretta, ma l’aliquota deve essere abbassata e riportata a logiche di mercato, combattendo anche gli illeciti e i fenomeni criminosi.
Sì, come dichiarato nella risposta precedente.
Crediamo che l’intensità massima non debba superare il 90% ma solo per rare eccezioni. Preferiamo ipotizzare, invece, intensità comprese tra il 50% e il 75%, come anticipato nelle risposte precedenti.
Il 90%, mentre è fissa proprio al 90% per impianti produzione di energia da FER, colonnine di ricarica ed abbattimento barriere architettoniche.
Sì.
Sì, come detto la nostra proposta di legge e i suoi criteri sono già esaminabili da tutti, ma attendiamo anche di ricevere qualsivoglia riflessione in merito, da parte degli stakeholders.
Sì, valutandone a monte però l’impatto complessivo.
I bonus edili da sempre hanno dimostrato di essere una misura win-win, che cioè crea un circolo virtuoso di vantaggi, anche fiscali e quindi per lo Stato, quindi assolutamente la nostra volontà è di estenderlo “urbi et orbi”. Ovviamente intendiamo legare l’intensità dell’aiuto all’effettiva condizione di ricchezza del potenziale beneficiario.
Sì.
Sì, la nostra proposta di legge prevede anche la parte sismica, con una premialità del 20% per quegli interventi che la migliorano, e che anzi vogliamo siano obbligatori per gli edifici posti in zona sismica.
Anche in questo caso consideriamo “normale” un’intensità compresa tra il 50% e il 75%, ma siamo disponibili a prevedere percentuali più alte per i territori ad alto rischio.
Se il progetto realizza solo un miglioramento sismico, è il 60%, ma se aggiunge anche la riqualificazione energetica, può arrivare al 90%.
Come specificato nel nostro programma elettorale, siamo pronti a impegnarci da subito per tutelare lo sblocco dei crediti, così da impedire shock che potrebbero colpire migliaia di imprese.
Assolutamente sì, d’altronde il M5S ha scritto la norma SENZA gli attuali vincoli. La norma originale prevedeva una cessione “urbi et orbi” e per un numero illimitato di volte. Anche in questi giorni stiamo continuamente sollecitando AdE a provvedere con gli adempimenti di sua competenza, per sbloccare la situazione.
Sì. Riteniamo i tavoli uno strumento che purtroppo ha perso parte della sua credibilità per il suo utilizzo talvolta esagerato e fittizio, ma siamo disponibili ad aprire un dialogo continuativo con le parti sociali interessate. I corpi intermedi per noi costituiscono una ricchezza preziosa, un patrimonio importante da non disperdere.
Da sempre il M5S dialoga con le parti sociali interessate, e da sempre abbiamo chiesto all’intera filiera edile di predisporre un confronto unitario, per cui quanto chiesto è per noi assolutamente implicito ed essenziale, e ci impegneremo per implementare un meccanismo istituzionale di confronto.
Chiunque volesse esprimere osservazioni o suggerimenti che possono essere utili ad un confronto costruttivo sul tema della riqualificazione energetica degli edifici, può scrivere una mail ad [email protected] indicando quale oggetto “Azioni da intraprendere per l’efficientamento energetico”