L’Unione Europea si trova ad affrontare un notevole divario nei suoi progressi verso la neutralità climatica e la decarbonizzazione degli edifici. A confermarlo è il secondo report del Building Performance Institute Europe (BPIE).
Dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 si svolge a Dubai la COP28 – Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, dove è previsto il primo Global Stocktake: il bilancio globale che consente ai Paesi e alle parti interessate di capire se sono stati raggiunti gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, o perlomeno di capire se la strada che si sta percorrendo va nella giusta direzione.
Purtroppo, sia i rapporti tecnici che gli studi scientifici pubblicati ad oggi, forniscono evidenza di quanto globalmente siamo ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
In attesa di sapere se ci saranno sviluppi e azioni concrete per una maggiore neutralità climatica segnaliamo i dati del secondo report “EU Buildings Climate Tracker”.
The EU Buildings Climate Tracker è uno studio che monitora i progressi nella decarbonizzazione degli edifici Europei, sotto forma di un indice elaborato a partire da 5 indicatori di riferimento. Il secondo report, pubblicato il 22 novembre, analizza i dati raccolti tra il 2015 ed il 2020.
Come si nota 4 indicatori su 5 sono disattesi.
- Nel 2020 le emissioni di CO2 derivanti dall’uso di energia negli edifici hanno raggiunto i 422 Mt di CO2, il 18% in più rispetto al valore dell’obiettivo richiesto.
- Il Consumo finale di energia nel comparto residenziale è stato di 2.886 TWh, con un target che nel 2020 invece di ridursi è cresciuto del 7,6%.
- La quota di energia da fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento hanno raggiunto solo il 23%, 11,4 % in meno rispetto al target.
- Gli investimenti accumulati per decarbonizzazione degli edifici sono stati inferiori del 40% rispetto al fabbisogno.
- Nel 2020 la spesa energetica per famiglia si è avvicinata ai valori prefissati, purtroppo il successivo aumento dei prezzi dell’energia ha avuto un impatto negativo su questo indicatore.
Il grafico mostra la differenza tra i risultati osservati fino al 2020 in colore blu scuro e i risultati ipotizzati per raggiungere la neutralità climatica (linea azzurrina).
Il divario tra i progressi effettivi compiuti fino al 2020 e quelli attesi è significativo, l’indice elaborato dal BPIE rispetto al valore di riferimento è al di sotto di 10.3 punti. Le azioni intraprese per la decarbonizzazione degli edifici dopo il 2015 non sono state abbastanza performanti.
Secondo il BPIE, è necessario migliorare e rafforzare le strategie con una maggiore ambizione e azioni immediate, unite a meccanismi di monitoraggio per guidare gli sforzi degli Stati membri.
The EU BTC vede proprio nella Direttiva Europea Case Green in corso di revisione, un’opportunità per rinnovare il patrimonio edilizio europeo fissando standard minimi di prestazione energetica (MEPS), insieme ad un quadro di sostegno finanziario per la decarbonizzazione degli edifici attraverso regole chiare con una road map che definisce obiettivi, tappe fondamentali e scadenze.
Decarbonizzazione degli edifici in Italia
L’Italia è il Paese con il patrimonio immobiliare più vetusto dell’Unione Europea. Secondo i dati ISTAT circa il 65% degli edifici è stato costruito precedentemente alla prima legge che introduceva criteri per il risparmio energetico (1976), il 15 % risulta costruito prima del 1919.
Le detrazioni fiscali Eco Bonus con la possibilità di cessione del credito introdotta nella Legge di Bilancio 2016, ha dato un timido e lento avvio alle strategie di decarbonizzazione degli edifici, fino all’introduzione del Superbonus 110 nel 2020 che ha, con i suoi pregi e difetti, dato una scossa al mercato e diffuso la cultura del rinnovamento energetico degli edifici.
Secondo “110% Monitor: l’analisi Nomisma per misurare l’impatto economico della misura del Superbonus 110%” con il Superbonus gli edifici hanno registrato una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 30,9% (salto di 2 classi) e il 46,4% (salto di 3 classi).
Inoltre l’incentivo 110 ha avuto il merito di trainare nel biennio 2021-2022 la crescita del PIL italiano superando di fatto Germania e Francia (World Economic Outlook 2022).
I difetti dell’incentivo sono stati ampiamenti discussi ed esasperati nel corso degli anni fino ad arrivare al blocco dell’incentivo e all’eliminazione della possibilità di cedere il credito fiscale o applicare lo sconto in fattura con il DECRETO-LEGGE 16 febbraio 2023, n. 11.
Al momento l’Italia si trova letteralmente sprovvista di un programma atto a contribuire agli obiettivi di neutralità climatica comunitari.
La nostra legislazione ha attualmente fatto un passo indietro di 7 anni, con l’unica possibilità per gli utenti di effettuare lavori di efficientamento energetico con la detrazione del 70-75% delle spese dalla propria capienza IRPEF in 10 anni.
È oggettivamente impossibile adempire agli obiettivi di neutralità climatica se non si attua una politica incentivante. Questi 3 anni di Superbonus ci hanno insegnato quanto una misura può essere trainante per il Paese se opportunamente controllata e regolamentata con obiettivi di miglioramento energetici molto ambizioni.
Neutralità climatica e decarbonizzazione degli edifici, a che punto siamo? Risposta: Molto lontani!
Le lezioni apprese devono diventare patrimonio di conoscenza per tutto il settore, in modo da coinvolgere il legislatore e promuovere il riordino dei bonus fiscali per la decarbonizzazione degli edifici.