Piano Energia e Clima. Riorganizzare gli incentivi per ridurre le emissioni

Piano Energia e Clima 2030

Nel Piano Energia e Clima viene attribuito un ruolo strategico alla riduzione dei fabbisogni degli edifici energivori esistenti per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nazionale. Un Piano di obiettivi in linea con la direttiva EPBD (Case Green), che prevede di incrementare il tasso di riqualificazione degli edifici esistenti attraverso la riorganizzazione del sistema incentivante. 

Il Piano Energia e Clima 2023 richiede uno sforzo estremo con azioni su tutti i settori: dalla decarbonizzazione dei settori industriali energivori e termoelettrici legati agli impegni dell’Emission Trading Scheme, alla riduzione dei consumi e delle emissioni nei settori trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola-media industria.

Nel settore residenziale, in particolare bisogna effettuare interventi profondi sugli edifici energivori che prevedono l’isolamento dell’involucro, l’installazione di tecnologie per l’elettrificazione dei consumi, per l’automazione e relativo controllo, insieme all’incremento della sicurezza sismica ed antincendio dell’edificio.  

Per fare questo è necessario realizzare nuovi strumenti per promuovere l’efficienza energetica nel settore residenziale, attualmente responsabile di circa il 44% dei consumi finali di energia nazionali e al 29% delle emissioni dirette dei settori non ETS (Emission Trading Scheme).

Per ridurre il fabbisogno energetico è utilizzare esclusivamente fonti rinnovabili, è necessario superare l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ed istituire un approccio integrato che consentirebbe di ottimizzare le tempistiche ed i costi di riqualificazione di un edificio.

Strutturare una riforma di incentivi fiscali che preveda diverse aliquote di detrazione, in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio con le seguenti caratteristiche:

  • priorità di intervento agli edifici meno performanti e/o dalle persone che subiscono la povertà energetica 
  • incentivi commisurati al miglioramento della prestazione energetica dell’edificio sia in termini di riduzione dei consumi che di incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili
  • la distribuzione delle aliquote in 10 anni
  • ammettere interventi sia singoli di qualunque natura (energetici, sismici, abbattimento barriere architettoniche, etc.), sia di riqualificazione energetica profonda (combinazione di più interventi)
  • garantire una sola aliquota ridotta per interventi singoli e, per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, poche aliquote crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio. 
  • le aliquote dovranno agevolare maggiormente le persone a basso reddito, i condomini con persone in condizione di povertà energetica e l’edilizia residenziale pubblica. 
  • gli interventi energetici saranno “trainanti” rispetto a tutti gli altri interventi che beneficeranno della medesima aliquota
  • garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l’intero territorio nazionale
  • essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica

La necessaria pianificazione dei prossimi step deve essere accurata per raggiungere gli obiettivi del 2030 e prepararsi a quelli del 2050.

Il Piano Energia e Clima 2023 ha elaborato la dimensione dell’efficienza energetica nel residenziale e stimato il tasso di riqualificazione, illustrando in una tabella di marcia degli obiettivi.

Tabella estratta dal PNIEC- Giugno 2023

Attualmente, tenendo conto dei meccanismi di incentivazione vigenti (Ecobonus e Bonus Casa), il tasso virtuale di ristrutturazione profonda risulterebbe quindi pari allo 0,85%, a fronte di un risparmio energetico di 0,332 Mtep/anno. 

Questa tabella considera un risparmio specifico dal residenziale che corrisponde al triplo rispetto al tasso di riqualificazione virtuale attuale, corrispondente alla necessità di incremento degli sforzi in gioco.

Un luglio denso di modifiche e proposte: oltre al Piano Energia e Clima è stata fatta una revisione anche al PNRR Piano Nazionale di ripresa e resilienza, che sarà inviato alla Commissione Europea a seguito di dibattito parlamentare.

PROPOSTA DI REVISIONE DEL PNRR – BREVE SINTESI

Giovedì 27 giugno si è tenuta la Cabina di regia PNRR, in cui è stata approvata una proposta di revisione complessiva del Piano Nazionale di ripresa e resilienza inclusiva del nuovo capitolo REPowerEU.  Il Governo ha previsto lo stralcio di nove misure, pari a un valore di 15,9 miliardi di euro. Questi 15,9 miliardi saranno dirottati nel REPowerEU, per il quale è prevista una spesa totale di 19,2 miliardi ed è dedicato all’autonomia energetica

Questa proposta di revisione del Piano, inclusiva del nuovo capitolo REPowerEU, rappresenta il punto di avvio del processo di confronto con la Commissione Europea che si concluderà dopo un approfondito esame istruttorio in ordine all’ammissibilità delle singole proposte.    

Il REPowerEU mira a rafforzare la competitività e lo sviluppo economico sostenibile al Paese e si articola in tre misure di investimento e sei riforme

Una delle misure di investimento riguarda la Transizione verde e l’efficientamento energetico per un valore complessivo di 14,8 miliardi di euro. Nello specifico:

  • Il capitolo Settore produttivo dell’investimento Transizione finanzierà Transizione 5.0 green, un sistema di crediti d’imposta per le imprese per l’efficientamento energetico e l’economia circolare (4 mld), e un credito d’imposta per le imprese per l’autoconsumo da fonti rinnovabili (1,5 mld), nuova “Sabatini green” (320 mln) e misure per la sostenibilità nei settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo (400 mln).
  • Il capitolo Patrimonio pubblico dell’investimento Transizione finanzierà gli interventi per l‘efficientamento energetico sugli immobili pubblici, compresa la Pubblica amministrazione (3,6 mld), e l’elettrificazione delle banchine portuali (400 mln).
  • Il capitolo Ecobonus sociale dell’investimento Transizione stanzia 4 miliardi di euro per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici esclusivamente a favore dei cittadini a basso reddito.

Le proposte di modifica saranno oggetto di dibattito parlamentare martedì 1° agosto, presso la Conferenza dei Capigruppo. Questa proposta di revisione del Piano, inclusiva del nuovo capitolo REPowerEU, rappresenta il punto di avvio del processo di confronto con la Commissione europea che si concluderà dopo un approfondito esame istruttorio in ordine all’ammissibilità delle singole proposte.

“Dall’analisi dei documenti governativi, risulta evidente una forte volontà ed una conseguente necessità di reintrodurre e normalizzare il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito, senza il quale tutti gli obiettivi prefissati non saranno minimamente raggiungibili. Risulta altresì evidente l’importanza di un serio riordino dei bonus edilizi con una prospettiva ultradecennale.” Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *