Le prestazioni energetiche incidono sempre più sul valore commerciale delle case. In fase di ricerca di un immobile, l’acquirente, valuta attentamente le spese per il riscaldamento e se devono essere fatti degli interventi per riqualificare un edificio e migliorarne la classe energetica.
Sono stati diffusi dati e sondaggi in merito che restituiscono un quadro preciso della consapevolezza degli Italiani sul valore dell’efficienza degli edifici.
Noi abbiamo chiesto il punto di vista di Felice Zerbino, agente immobiliare di Milano, che ci riporta la sua esperienza di professionista del settore.
Case e prestazioni energetiche: evoluzione del contesto normativo
15 anni fa la riqualificazione energetica degli edifici faceva i suoi esordi con i primi provvedimenti della Commissione Europea in termini di prestazioni energetiche degli edifici.
Provvedimenti resi necessari sia per limitare l’inquinamento, sia per risolvere il problema della dipendenza dalle fonti energetiche fossili dagli altri continenti.
Tra i primi provvedimenti ricordiamo l’introduzione dell’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica, che aveva lo scopo di fornire una dettagliata fotografia delle caratteristiche di efficienza energetica delle abitazioni.
Da un iniziale censimento delle prestazioni energetiche degli immobili “vecchi” ci siamo indirizzati verso una vera e propria cultura della transizione energetica fino allo stato odierno che porta all’obbligo di aggiornare gli immobili più inquinanti.
Un obbligo che di fatto sta creando uno stato d’ansia per i proprietari di immobili con poche disponibilità economiche.
Considerando che la quota di emissioni nocive provocate dagli immobili europei si stima corrisponda al 40% delle emissioni totali, la questione diventa urgente.
L’accelerazione imposta dal superbonus
Da queste premesse si comprende il senso del Superbonus 110% , introdotto tre anni fa, e che ora e’ entrato in crisi, fino alla sua abolizione da parte del nuovo governo.
Nonostante l’attuale situazione, il processo di ammodernamento degli immobili nel nostro Paese è comunque diventato non solo prioritario, ma economicamente conveniente, per effetto del caro energia.
Il problema sono i fondi nella disponibilità dei privati meno abbienti e la penuria di risorse pubbliche, è noto l’enorme debito pubblico italiano, in questo senso la sinergia tra uno Stato che fa uso saggio e oculato delle risorse e cittadini consapevoli dell’urgenza del problema diventa indispensabile.
Le conseguenze dell’attuale contesto sul mercato immobiliare
Sul mercato immobiliare gli effetti di quanto sopra sintetizzato, si stanno rivelando di grande impatto, se in fase di valutazione di un immobile prima nessuno dava particolare importanza alla classe energetica, ora questa è diventata la prima delle informazioni che vengono richieste da chiunque si trovi nella necessità di acquistare un immobile o di prenderlo in locazione.
L’attenzione delle persone è focalizzata sulle spese condominiali ed in particolare sui costi causati dal riscaldamento, quindi sui costi ordinari di gestione dell’immobile, e ancora di più sugli eventuali lavori di ristrutturazione futuri per l’efficientamento energetico, dando ormai per scontato che presto o tardi dovranno essere realizzati.
Ovviamente la crisi energetica del 2022, che ha visto il prezzo del gas metano schizzare ad oltre 300 euro al megawattora, trascinando al rialzo anche il costo dell’elettricità e delle materie prime, ha determinato un’attenzione sempre maggiore alla qualita’ degli immobili sotto l’aspetto dell’efficienza energetica.
Il valore immobiliare nell’era della riqualificazione energetica
Esclusa la città di Milano, dei quali costi si parla abbondantemente sui Media, oggi il valore di mercato di un immobile è sicuramente sempre più dipendente dal suo fabbisogno energetico, al punto che gli immobili energivori non solo perdono valore ma rischiano di non avere mercato.
La perdita di valore è riferita al prezzo medio al mq. proporzionato alla zona di riferimento, che può arrivare al 30% (percentuale che tiene conto della spesa per ristrutturare). Mentre e’ aumentato il valore del prezzo medio al mq. per gli immobili riqualificati, indicativamente del 30%.
Vi è quindi forte correlazione tra le alte prestazioni energetiche di un appartamento e l’attrattiva che questo esercita sugli acquirenti, una tendenza destinata a crescere ancora in futuro.
Quanto conviene riqualificare casa?
Sicuramente conviene e non solo perché viene richiesto dalla Comunità Europea.
A mio avviso il risparmio economico va anche considerato in funzione di prezzi più favorevoli per chi agirà in anticipo, perche’ quando al momento in cui si innescherà l’obbligo, facilmente l’incremento della domanda di interventi di ristrutturazione andrà a generare costi di realizzazione più alti, sia per le materie prime e degli operatori.
Ovviamente il valore venale salirà in caso di vendita, i prezzi sono già saliti per gli immobili riqualificati, coloro che hanno beneficiato nel periodo recente di sgravi ed agevolazioni si trovano ora un utile netto nell’aumento del valore dell’immobile, anche perché le norme attuali non prevedono nulla sull’eventuale passaggio del beneficio goduto al nuovo acquirente.
Allo stato attuale una bassissima percentuale di abitazioni sono state oggetto di riqualificazione energetica, quindi non disponiamo ancora di dati sufficienti a determinare quanto sono cambiati gli indicatori di valutazione economica degli immobili in termini statistici, tuttavia come operatore del settore vedo quotidianamente quanto è cambiata la sensibilità delle persone.
Con il caro energia, che nel 2022 ha raggiunto picchi mai visti, le persone sono rimaste sorprese, la preoccupazione sulla dipendenza dalle fonti energetiche di origine extra europea ha modificato, e sta tuttora modificando, i valori che muovono le loro decisioni.
Rete Irene desidera ringraziare Felice Zerbino, agente immobiliare, per la sua disponibilità.