Il Rapporto Censis 2022 fotografa la situazione sociale del nostro Paese in questo anno che sta volgendo al termine con le famiglie italiane preoccupate per l’aumento dei costi dell’energia.
Il Rapporto Censis 2022 racconta di un’Italia che ha bisogno di nuovi schemi funzionali, di una maturità che gli permetta di crescere e sviluppare nuove strategie in modo da non creare ulteriori divari sociali, dopo un altro anno difficile dovuto alla crisi energetica e ai costi della vita lievitati in modo sproporzionato.
Particolarmente interessante il capitolo «I soggetti economici dello sviluppo» dove viene specificato che la principale fonte di preoccupazione per le famiglie italiane è la spesa per il fabbisogno energetico.
Il rischio è quello che aumentino sensibilmente le persone in povertà energetica che non riescono a mantenere un livello adeguato di riscaldamento in casa.
Paure più che giustificate, in base al fatto che possediamo il patrimonio immobiliare più vetusto di tutta l’Europa, il 65% degli edifici ha in media oltre 47 anni di età, e siamo il Paese più esposto alle oscillazioni di mercato dell’energia, essendo quello MENO INDIPENDENTE ENERGETICAMENTE.
Considerando che edifici così energivori hanno un potenziale di risparmio energetico che può facilmente raggiungere il 60% post intervento, appare quasi scontato che il Governo organizzi una strategia politica basata sulla riduzione dei consumi fino a realizzare quel l’indipendenza energetica necessaria ad aiutare le famiglie e ripristinare un minimo di fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Abbiamo l’urgenza di programmare azioni per una profonda riduzione del fabbisogno energetico primario degli edifici residenziali e attivare in parallelo quel programma intensivo di realizzazione di energie rinnovabili.
Serve una visione e una forte apertura da parte della nostra classe dirigente per porre la sostenibilità quale criterio alla base delle strategie economiche nazionali, criterio che servirà a guidare gli investimenti, creare occupazione e sviluppo sociale, criterio indispensabile per realizzare una vera TRANSIZIONE ENERGETICA.
La sostenibilità è l’unica via che permette di tutelare i territori, incentivare la ricerca e lo sviluppo di un’economia innovativa, preservando l’ambiente e aiutando la società ad adattarsi ai cambiamenti climatici, nella speranza di arrestarli il più possibile.
Una sostenibilità che non può non prescindere dal benessere sociale ed abitativo, dalla decarbonizzazione degli edifici e dal preservare il suolo.
Concetto sottolineato dal Presidente dell’ENEA, Gilberto Dialuce alla presentazione del “11° Rapporto annuale sull’efficienza energetica” spiegando che nell’attuale volatilità del mercato energetico l’efficienza energetica rappresenta un fattore chiave per accelerare la transizione energetica e centrare gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima e dalle politiche promosse dall’UE.
Un rapporto che conferma l’importanza del Superbonus: in base alle ultime stime disponibili (al 30 novembre 2022), il numero di cantieri aperti con l’incentivo 110% era pari a circa 340 mila per un totale di oltre 58 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione.
Ilaria Bertini, direttrice la Direttrice del Dipartimento Efficienza energetica dell’ENEA, ha spiegato il ruolo fondamentale che hanno avuto gli incentivi ed esorta a sviluppare i giusti meccanismi finanziari per rendere l’efficienza energetica più appetibile all’intera filiera.
Peccato che il Superbonus 110%, l’unica misura che prevedeva una politica di riduzione dei fabbisogni primari di energia negli edifici, cesserà il suo operato nel 2023, passando al 90% nel prossimo anno. Oltre al 110% non c’è niente, non c’è un programma per aiutarci a diventare autonomi energeticamente.
L’attenzione si concentra ora verso quei quartieri periferici dove sono presenti condomini ad alta densità residenziale e molto energivori. Condomini prevalentemente abitati da proprietari appartenenti alle fasce meno abbienti, dove sarà molto difficile deliberare lavori con la diminuzione degli incentivi fiscali.
Un argomento ripreso dal Corriere della Sera in occasione di un’analisi del centro studi del portale immobiliare.it che illustra lo stato energetico delle città di Milano con SOLO un’abitazione su 20 appartenente alle classi energetiche migliori.
Ed intanto Germania e Francia potenziano gli incentivi per rendere meno energivori gli edifici.
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