Il clima, l’ambiente, la tecnologia e l’innovazione sono i quattro elementi che da sempre contraddistinguono le azioni di Hoval. L’impresa, leader nella produzione di sistemi come caldaie a condensazione, caldaie a gas, gasolio, pompe di calore e solare, tra il 1944 e il 1945 fa il suo debutto nel mercato svizzero con il primo esempio di tecnologia di sistema: un modello H per cucinare e riscaldare che poteva essere regolato in modo indipendente.
Da allora, l’azienda è cresciuta fino a diventare il punto di riferimento del settore con sedi in tutto il Mondo. In oltre 50 anni di storia, Hoval ha continuato con caparbietà ed impegno a soddisfare gli obiettivi della propria mission: responsabilità nei confronti dell’ambiente e propensione verso la tecnologia e l’innovazione.
“Poter godere di sistemi di riscaldamento efficienti e soprattutto di aria pulita è per noi fondamentale, già negli anni 80 i nostri generatori, nati nel mercato svizzero, contribuivano a ridurre le emissioni di CO2 e NOX. Oggi, grazie a una tecnologia avanzata, siamo in grado di offrire soluzioni d’avanguardia, basti pensare che non si parla di più di caldaia, ma di gruppo termico. Le ultime innovazioni in casa Hoval ci hanno consentito di sviluppare soluzioni innovative che, grazie a un terminale connesso a internet, permettono di monitorare le previsioni meteo e razionalizzare il consumo di energia da parte dell’impianto di riscaldamento. Insomma, una sorta di tecnologia 4.0, machine to machine, che consente un notevole risparmio economico e una maggiore efficienza dell’impianto” – esordisce l’AD di Hoval, David Herzog – L’attenzione all’efficienza del sistema passa però anche dall’integrazione dello stesso in termini di progettazione, installazione e manutenzione. Poter contare su un soggetto unico che si occupa del sistema a 360°: riscaldamento, produzione di acs, climatizzazione e ventilazione, permette di ottenere notevoli vantaggi sia in termini di performance del prodotto, sia dal punto di vista del business management” – continua Herzog.
Il futuro del settore, in particolare per quanto riguarda l’efficientamento energetico degli edifici, è da ricercarsi nella volontà di operare con gli specialisti, condividendo le conoscenze e facendo formazione. La tecnologia e le soluzioni esistono, è però importante collaborare per elaborare strategie di project management più performanti.
“Come indicato dalla direttiva europea 128/12 il progetto “casa” non deve partire dal design o dall’architettura, ma deve originarsi dalle necessità in termini di efficienza energetica. Gli attori coinvolti nella riqualificazione devono collaborare tra loro con sistemi integrati per assicurare soluzioni di qualità e dagli elevati standard. Un soggetto come Rete Irene ricopre a questo proposito un ruolo strategico e duplice: da un lato offre soluzioni integrate che affrontano la riqualificazione in toto, dall’altro offre spazi di formazione e condivisione del know how tra le aziende, fattori che ci hanno spinto a entrare a far parte del network”– sottolinea l’AD.
In Italia ogni anno sono importate energie fossili per 60 miliardi di euro, circa il 40% è utilizzato per il riscaldamento residenziale e industriale; riqualificando energeticamente questi edifici con soluzioni ecosostenibili e di ultima generazione è possibile ridurre del 20% la spesa di energia fossile con conseguenti benefici in termini economici, ambientali di comfort abitativo.
“Le opportunità per risolvere il problema dell’efficientamento in Italia esistono, occorrono però attori come Rete Irene che siano in grado di fare formazione e creare opportunità di collaborazione tra gli addetti ai lavori. E’ un percorso ambizioso, ma siamo convinti che Rete Irene sia l’interlocutore giusto per perseguire questo progetto in Italia” – conclude Herzog.