Parlare di vita del Cappotto Termico e della sua manutenzione presuppone innanzitutto che il sistema oggetto delle nostre attenzioni sia dotato di un Benestare Tecnico Europeo ETA xxxx risalente all’anno in cui è stato realizzato e sia stato applicato secondo quanto-richiamato sul Manuale di Applicazione Cortexa o comunque seguendo le corrette indicazioni di posa fornite dal produttore e in parte riprese sul Benestare stesso nelle pagine di coda in cui sono indicati i più comuni nodi critici e la loro corretta soluzione.
Vita del Cappotto Termico
Nel Capitolo 5 abbiamo fatto riferimento a quanto indicato a pag. 18 delle LINEE GUIDA PER IL BENESTARE TECNICO EUROPEO dei sistemi ETICS ( External Thetmal Insulation Composite System- Cappotto) – ETAG 004 del Marzo 2000, ripreso dalle più recenti EAD 040083-00-0404 (gennaio 2019)-e precisamente:
Ossia:
Le clausole, prove e metodo di valutazione presenti in queste linee guida a cui si riferiscono, sono state scritte basandosi sulla vita utile di un Cappotto termico (ETICS) di almeno 25 anni, purché il sistema venga impiegato per un uso e mantenimento appropriato ( n.d.r. e vedremo come intervenire in modo appropriato ). Queste clausole si basano sul corrente stato dell’arte e sulla conoscenza ed esperienza disponibili.
Questa affermazione – 25 anni di vita utile di un Cappotto – (straordinaria se si tiene conto della prudenza insita nella cultura di chi definisce Norme Tecniche) necessita di ulteriori precisazioni
1 – sempre nelle Normative citate si prevedono prove complesse- CICLI DI PIOGGIA–SOLE / GELO -DISGELO —su un campione di-sistema di dimensioni importanti applicato in un laboratorio che simulano un periodo di shock termoigrometrici di circa 25 anni-al termine dei quali il sistema deve risultare integro ed idoneo a proseguire la sua funzione isolante e protettiva del supporto su cui è applicato-– giusto per dovere di chiarezza e precisazione i 25 anni non sono un limite ultimo-da-raggiungere ma un punto intermedio della vita del Cappotto che se opera-in condizioni di normale uso e con corretta manutenzione ha un tempo di vita ben più lungo )
2 – a suffragio pratico di quanto suddetto al punto 1 ci si può riferire ad uno studio realizzato dall’Istituto FRAUNHOFER (in Germania) in cui si sono tenuti sotto controllo-dal 1975 al 2015 alcuni edifici con Cappotti applicati (la maggior parte con più di 40 anni
La tabella è di facile lettura con queste precisazioni:
Le costruzioni sono le tipiche abitazioni delle periferie Europee
- senza difetti apparenti
- piccoli difetti (cavillature tra lastre e screpolature spigoli finestre
- gravi difetti – negli strati corticali e di adesione dei pannelli
- applicazione di nuova finitura
- Raddoppio Cappotto
Un’osservazione che si evidenzia chiaramente nella tabella dei controlli-è che il Cappotto che presenta dei seri problemi li presenta da subito.
Un Cappotto posato male o con prodotti non identificati in un KIT di sicura provenienza e non dotato di certificazioni ETA xxx, può presentare patologie rilevanti-da subito ossia nell’arco dei primi 1/3 anni.
Inoltre tali patologie sono “auto esaltanti” ossia peggiorano di mese in mese-e si sviluppano determinando un rapido degrado sia superficiale che strutturale (distacco dal supporto) del Cappotto applicato.
Diversamente se la vita del Cappotto Termico applicato supera (perché ben eseguito e costituito da un KIT qualificato) i primi 2/3 anni di vita-senza manifestare degradi di alcun genere, si può affermare che non ha difficoltà a superare indenne i 25 anni di vita.
Del resto tutto ciò coincide esattamente con il comportamento ai cicli di invecchiamento cui viene sottoposta la maquette realizzata in laboratorio e precisati nel capitolo 5 – Se il campione in prove supera la prima settimana di shock igrotermici si è certi che il sistema è idoneo ad essere applicato nei cantieri.
Manutenzione del cappotto termico
Un corretto percorso di manutenzione garantisce di estendere al massimo la vita del Cappotto Termico e può essere così impostato:
attenzione normale
attenzione particolare e studio di eventuale intervento
attenzione progetto e programma delle opere di ripristino
(a) Per maggiore approfondimento del fenomeno e capire il perché della presenza delle Alghe/Muffe e quindi predisporre un eventuale corretto intervento-rifarsi al capitolo 6 bis.
(b) Piccole cavillature in evidente corrispondenza di spigoli che non manifestano un processo di autoesaltazione possono essere tenute sotto controllo e non richiedono particolari interventi.
Se invece si manifestano crepe in modo diffuso sulla superficie del Cappotto, le cui dimensioni crescono nel tempo, (in particolare sulle facciate SUD ed OVEST è necessario programmare interventi di recupero della facciata che si possono distinguere in due soluzioni:
- Ricostruzione di una rasatura armata su ammaloramenti diffusi ma ancora con fessurazioni “light”
- Raddoppio del Cappotto su più profondo “deep” degrado di quello esistente ma con prevalente buona conservazione ed adesione dello strato isolante
Queste due soluzioni, comunque invasive e volte a dare nuova vita al cappotto esistente, richiedono molta attenzione ed il supporto di tecnici delle società produttrici di sistemi a Cappotto, che dopo attenta visione e corrette e necessarie verifiche, definiscono un preciso iter di intervento con le relative garanzie di risultato.
Ricostruzione di una rasatura armata su ammaloramenti diffusi ma ancora con fessurazioni “light”
Iter indicativo
- Asportazione di tutte le parti della “crosta” del cappotto che risultassero non aderenti al supporto (pannello isolante) e ripianatura con malta rasante delle zone ove è stata asportata parte di detta “crosta”.
- Qualora durante la fase 1 si notassero aperture > di 1 mm tra le lastre isolanti riempire tali fughe con prodotto isolante.
- Applicazione sulle superfici eventualmente interessate dalla presenza di muffe e alghe di sterilizzante ad ampio spettro di azione, e dopo completa essiccazione del prodotto asportazione mediante spazzolatura.
- Tassellatura-di rinforzo su tutte le superfici di facciata (normalmente 6-tasselli per mq. salvo casi particolari). Particolare cura dovrà essere posta nella scelta e nell’inserimento dei tasselli onde evitare che la “testa” del tassello sporga troppo dalla superficie esterna del cappotto esistente. Si consiglia l’uso di tasselli del tipo ad avvitamento al fine di “ammorsare con certezza i pannelli isolanti al supporto-previa fresatura circolare-con specifico attrezzo “putzfeaser” ad asportare il rivestimento.
- Applicazione di primer all’acqua su tutta la superficie esterna. Stesura, con una spatola rettangolare in acciaio, di uno strato liscio e continuo di malta rasante-spessore applicato c.ca 2 mm.-Sulla malta ancora fresca verrà posata la rete d’armatura in filo di vetro dalle caratteristiche indicate nel KIT che si applica.
- La sovrapposizione dei teli di rete, in senso orizzontale e verticale dovrà essere di almeno 10 cm e in prossimità degli spigoli di 15 cm, precedentemente protetti con paraspigoli in lega d’ alluminio, rinforzando gli angoli delle aperture delle finestre con pezze di rete oblique da circa 35 x 20 cm.
- Lo strato di malta armata sarà completato con una successiva rasatura a completo essiccamento del primo strato della malta, con uno spessore sufficiente a coprire la rete stessa. Lo spessore finito dello strato armato dovrà essere di c.ca 3÷4-mm.
- Sulla malta asciugata verrà applicata a spatola, uno strato continuo di rivestimento granulato rasato con spessore di 1,5 mm a base di resine acrilsilossaniche, pigmenti inorganici ed inerti esclusivamente naturali ad elevata efficacia contro i ceppi più comuni batterici e fungini, applicato in una sola mano a spatola e successivamente frattazzato. Dovranno essere previste fasce di interruzione orizzontali e verticali, al fine di non evidenziare difetti derivanti da riprese di applicazioni.
- Qualora il Produttore lo ritenga opportuno verrà applicato uno strato di pittura protettiva autopulente esterna al rivestimento indicato al punto 8.
Raddoppio del Cappotto su più profondo “deep” degrado di quello esistente-ma con prevalente buona conservazione ed adesione dello strato isolante
Questa soluzione, che ha l’ulteriore scopo di riportare l’involucro in uno stato di isolamento in linea con le Normative vigenti, richiede una attenta verifica dello stato del Cappotto esistente e comunque il raddoppio del cappotto presuppone che tale nuovo strato isolante, ancorchè incollato all’esistente, sia perfettamente “ammorsato” con tasselli di verificata resistenza meccanica a strappo dal supporto in muratura.
Più che in altri interventi in questo caso si ritiene indispensabile il supporto tecnico del produttore del sistema che verrà impiegato (assolutamente dotato di ETA xxx) al fine di definire OLTRE AL KIT (ETA xxx) PIU’ IDONEO AL CASO, IL CORRETTO ITER DI APPLICAZIONE ED I PARTICOLARI COSTRUTTIVI DA RISOLVERE.
Tutte queste attenzioni allo scopo di mantenere il più possibile in opera i vecchi componenti del cappotto esistente il cui smaltimento può essere complicato sia per i volumi in gioco che per tipologia di prodotti difficilmente riciclabili.
Solo a titolo indicativo e non di definizione del ciclo applicativo:
- Verifica della buona aderenza dei pannelli isolanti al supporto murario e del loro stato di conservazione. Eventuale sostituzione dei pannelli non aderenti al supporto murario o lasciati troppo tempo scoperti e soggetti al degrado atmosferico e quindi di insufficienti qualità tecniche e meccaniche.
- Asportazione di tutte le parti della “crosta” del cappotto che risultassero non aderenti al supporto (pannello isolante ) e ripianatura con rasante-delle zone ove è stata asportata parte di detta-“crosta”.
- Qualora durante la fase 2 si notassero aperture > di 1 mm tra le lastre isolanti, riempire tali fughe con prodotto isolante.
- Applicazione sulle superfici interessate dalla presenza di muffe e alghe di sterilizzante ad ampio spettro di azione, e dopo completa essiccazione del prodotto asportazione mediante accurata spazzolatura.
- Incollaggio a doppia spalmata (pannello e superficie esistente), con spatola dentata 5 mm, di nuovi pannelli isolanti di spessore calcolato ai fini di ottenere una corretta Trasmittanza Termica “U” della parete su cui si opera. L’applicazione avverrà per file orizzontali sfalsate in sovrapposizione con il cappotto sottostante.
- Tassellatura di tutte le superfici di facciata (minimo 6 tasselli per mq salvo zone particolari). Particolare cura dovrà essere posta nella scelta dei tasselli onde assicurarsi della capacità di un corretto “ammorsamento” al supporto murario di tutti gli strati sia esistenti che del nuovo strato isolante. Si consiglia l’uso di tasselli ad avvitamento che garantiscono la massima tenuta del sistema ancorante ed opportune prove preliminari di strappo dei tasselli per accertarsi del valore di tenuta che dovrà comunque non essere mai inferiore a 80 Kg.
- Stesura di uno strato liscio e continuo di malta rasante nello spessore applicato di c.ca 2,5 mm. Sulla malta ancora fresca verrà posata la rete d’armatura in filo di vetro dalle caratteristiche indicate nel KIT che si applica. La sovrapposizione dei teli di rete, in senso orizzontale e verticale, dovrà essere di almeno 10 cm e di 15 cm in prossimità degli spigoli, precedentemente protetti con paraspigoli in lega d’ alluminio, rinforzando gli angoli delle aperture delle finestre con pezze di rete oblique da circa 35 x 20 cm. Lo strato di malta armata sarà completato con una successiva rasatura a completo essiccamento del primo strato della malta, con uno spessore sufficiente a coprire la rete stessa. Lo spessore finito dello strato armato dovrà essere di c.ca 3÷4-mm.
- Sulla malta asciugata verrà applicata a spatola, uno strato continuo di rivestimento granulato rasato con spessore di 1,5 mm secondo indicazioni del Produttore del KIT.
- Qualora il Produttore lo ritenga opportuno verrà applicato uno strato di pittura protettiva autopulente-esterna al rivestimento indicato al punto 8.
Per concludere un rapido cenno ad eventuali piccoli danni creati da urti accidentali durante la vita del Cappotto.
Innazitutto va chiarito che la resistenza all’impatto viene codificata nelle Norme Europee Vigenti e chiaramente indicata sul Benestare ETA xxx di cui sono dotati i KIT dei maggiori produttori di Sistema, e precisamente-viene indicata la categoria di uso per il KIT del Benestare che si sta consultando-
Queste sono le categorie di uso (estratto da ETAG 004 del 2000)
Ove, semplificando :
I corrisponde a zona a forte passaggio di pubblico e quindi a rischio di impatto elevato
II corrisponde a zona a limitato-passaggio di pubblico e quindi a rischio di impatto minimo
III corrisponde a zona non accessibile-al pubblico e quindi a rischio di impatto nullo
Ciò premesso qualora si riscontrassero-perforazioni-nella “crosta “ del Cappotto che penetrano sino al pannello isolante con rottura della rete di armatura si dovrà operare con una ricucitura (fazzoletto di rete e rasante specifico-) del buco creatosi previa preparazione della zona per rendere meno invasivo l’intervento, e successiva posa del nuovo rivestimento di finitura.
Buona cosa sarebbe passare una mano di pittura in tinta con la finitura per omogeneizzare il ripristino in parete. L’osservanza di queste semplici indicazioni garantisce di portare il ciclo di vita del Cappotto Termico alla massima durata nelle massime prestazioni di efficienza